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A proposito di Davis

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un film sublime

(9/10) Voto 9di 10

La mia opinione è che questo film sia ad un passo dall'essere un capolavoro assoluto...I coen che mi avevano un po deluso con il grinta, ora si riconfermano dei veri maestri...senza stare a dire cosa rende questo film un'opera tanto riuscita, dirò solo che in questi anni in cui si realizzano solo boiate, film come questo ci dicono che il buon cinema non è del tutto estinto...naturalmente il valore di questo film sublime che appare evidente a chi possiede sensibilità e ricchezza interiore, può non essere riconosciuto da chi è povero nello spirit e privo di buongusto...c è poco da fare



alf, 38 anni, bari (BA).




mediocre

(4/10) Voto 4di 10

Noioso e stiracchiato...qualche battuta e dialogo frizzante cercano di dare una sferzata ma non sono sufficienti...attori bravi su cui eccelle il simpatico e tenero gattone rosso , forse il vero protagonista, dove c 'è lui sono le scene migliori...il resto è noia. mi aspettavo molto di più, assolutamente non alla altezza dei loro precedenti film



laura, 45 anni, modena.




La consueta malinconia dei Coen

(3/10) Voto 3di 10

New york,Greenwich Village anni 1960. Il protagonista, Llewyn Davis fa il cantante folk ma ha sbagliato anni. Malinconia e musica, atmosfera e fotografia da perenni mezze stagioni intonate al personaggio e alla sua filosofia esistenziale. Le cose non gli sono favorevoli ma é anche lui a non volere che lo siano. E' un perdente. I Coen rendono onore a tutti i Davis che in ogni tempo hanno sbagliato, per un pelo, luoghi e tempi.



laura, 65 anni, ferrara (FE).




Grande film

(9/10) Voto 9di 10

Film magnifico, a distanza di qualche giorno lo apprezzo ancora di più. Ho avuto la fortuna di vederlo in inglese sottotitolato in un cinema della mia città. I Coen sono qui al loro meglio. La storia è semplice ma intensa. La musica è la vera protagonista di tutta la pellicola, e le canzoni realmente cantate da Oscar Isaac sono commoventi. Bellissima fotografia malinconia, triste ma solida. Insomma da vedere, un film non per tutti ma che non ve deluderà.



Luca, 30 anni, Perugia (PG).




La ballata del perdente

(8/10) Voto 8di 10

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: A PROPOSITO DI DAVIS Nel cinema dei Coen la figura del perdente o dello sfigato senza recupero ha un ruolo fondamentale.... Il campionario si arricchisce di Llewyn Devis cantante folk allo sbando, una sorta di cuculo umano che si trascina da un divano all'altro degli amici...... La storia si dipana in un percorso circolare tipico di una ballata dove l'inizio e la fine si fondono e nel mezzo un percorso tortuoso fatto di sfighe varie..... A proposito di Davis si apre con un pestaggio all'apparenza senza senso (alla Lebowski) e segue la caotica settimana del protagonista in una sorta di infimo loop fatto di scrocco, insulti, aborti e paternità scoperte all'improvviso, gatti che vanno e vengono, odissee verso Chicago in compagnia di blues men drogatissimi e provini bocciati fino ad arrivare da dove siamo partiti......in un locale del Greenwich Village ad ascoltare la ballata di un impiccato dalla vita segnata e mentre il protagonista fa i conti su stesso sullo sfondo un giovane Bob Dylan farà svoltare la musica folk.... Il cinema ha sempre raccontato quei maledetti artisti Jazz, Blues o addirittura rock......i Coen ci fanno conoscere un genere e un mondo che noi abbiamo sempre visto di riflesso (grazie a Dylan, un mondo che porta con se un certo snobismo.....una puzza sotto il naso che contraddistingue il nostro protagonista un sorprendente Oscar Isaac (che canta live le canzoni con una forte intensità) Sicuramente è questo l'elemento che fa più irritare i detrattori di quest'ultima opera dei Coen (che a Cannes ha conquistato il Gran Premio Speciale della giura presieduta da un certo Steven Spielberg)........anche se credo che la forza irriverente tipica dei due fratelli di Minneapolis viene fuori nei dialoghi al vetriolo che regala a Davis con la ragazza del suo migliore amico in attesa di un figlio forse dello sfigato protagonista (una finta santa Carey Mulligan) "Ogni cosa che tocchi diventa merda, sei il fratello scemo di Re Mida" o nei duetti con John Goodman (bellissimo quello sui suicidi)...... A chiunque mi chieda "Ma Pietro mi spieghi il senso di questo film....." Io posso solo dire che è tutto nella frase 'apertura che chiude anche il film “Se non è mai stata nuova e non invecchia mai, è una canzone folk......." Voto 8



Diomede917, 43 anni, Rho.





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