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La pianista

Opinioni presenti: 55
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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semplicemente fantastico

(10/10) Voto 10di 10

Ho voluto prima leggere le varie opinioni prima di dire la mia su uno dei migliori film che abbia mai visto(e ne ho visti molti credetemi). Tralasciando quei pochi, fortunatamente, che non hanno capito il film ne' saputo vedere che oscenita' gratuite, i vocaboli che ricorrono di piu',anche per chi lo ama, sono : crudezza, durezza, impossibilita' di amare ecc.., ma se si tolgono le scene, credo dovute perche' descrittive della semplice complessita' del personaggio, il film e' di una poesia e dolcezza infinita. una donna che, non e' vero che non sa amare, ma lo fa a suo modo,diremmo oggi in maniera "perversa" , tanto da riportare in carta le regole dell'"espletamento" del suo amore, che si piega una volta che capisce di non essere compresa al "normale percorso amoroso" di Lui a lei sconosciuto implorandolo di imparagli ad amare, non come sa fare lei ma come vuole Lui, che e' un atto di amore assoluto, independentemente dalla sua forma. E quello che tutti per definizione chiamiamo "essere normale", cioe' il bello ed intelligente giovane, non capisce la diversita' come fa Lei, anzi l'unica cosa che riesce a fare e "violentarla" in quella scena stupenda in cui lui non fa altro che soddisfare per un ultima volta i suoi bassi istinti, e lei viene violentata( e non appagata come qualcuna ha scritto) perche' non e' questo l'amore che vuole, anche se sembra averne i connotati. Stupendo il finale dove anche se incapace di capire questo amore e dunque di "soffrirne" si immola a suo modo l'unico conosciuto. Ho amato Lei e la sua "diversita" in maniera viscerale. Ho odiato Lui e la sua "normalita" con la stessa intensita'. Un film che capovolge gli standard sentimentali senza retorica senza perfettismo all'americana dove o si e' bianchi o neri e' semplicemente fantastico.



Federico, 46 anni, Umbertide (PG).




O.k.

(6/10) Voto 6di 10

Bello, esasperato!



Val, 44 anni, Avellino.




Applausi

(10/10) Voto 10di 10

Stavolta su Haneke mi tocca "pensare positivo". Dopo aver visto e personalmente stroncato altri suoi lavori questo film invece mi "riconcilia" con il controverso regista austriaco. La storia che è stata descritta nei numerosi commenti positivi, è una storia di solitudine,di malattia, di perversioni, di disadattamento, ma anche di profonda ricerca di amore che non sia quello possessivo e intransigente come a volte si rivela quello materno. I tre attori protagonisti direi che sono stati bravissimi e intensi e menzione particolare alla, putroppo scomparsa, Annie Girardot nel ruolo perfetto della vecchia madre nevrotica,possessiva e diciamo pure un po' arteriosclerotica :) . E stavolta il "solito" finale troncato alla Haneke non disturba ne insinua dubbi nello spettatore ma è la ciligina sulla torta di quest'opera giustamente premiata a Cannes nel 2001. Voto 10



massimo, 43 anni, treviso.




Profondamente realista

(9/10) Voto 9di 10

Il cinema racconta storie e talvolta fa riflettere su quelle storie. la cosa che più mi stupisce è la natura dei commenti che ho letto su “la pianista”. certo è un film che può non piacere, ha un codice narrativo di non facile decodifica. ma l’atteggiamento “schifato” di molti mi lascia perplessa: quando il cinema racconta storie di violenza gratuita, o di idiozia gratuita non colgo la stessa indignazione. sono una psicologa e posso affermare che il realismo de “la pianista” è totale. la storia entra profondamente nella psiche malata di erika e ce la offre senza mediazioni, senza interpretazioni, nuda e pronta ad essere osservata. il regista lascia la libertà allo spettatore di comprendere le motivazioni di erika, oppure quella di indignarsi schifato; non ci dà la sua lettura ma mostra ogni particolare, ci dà tutti gli strumenti per capire. la malattia mentale è terrificante, qualunque forma essa assuma; dietro ogni malattia c’è una persona, con tutto il suo bagaglio di disperazione; ogni sintomo, anche il più aberrante, comunica qualcosa, può essere letto e decodificato e parla comunque il linguaggio umano del dolore. questa, secondo me, è la chiave di lettura di questo film. un film certamente non piacevole, crudo, ma autentico, e raccontato con un’abilità notevole. nel suo genere, un’opera d’arte.



Maila, 43 anni, Livorno.




Atmosfere perfette

(10/10) Voto 10di 10

Grandioso concerto filmico,da camera e non. Equilibri mai disattesi tra la musica dentro e fuori dalle immagini, straordinari movimenti di macchina e di persona. Nel panorama attuale lo definirei fondamentale.



Guido, 41 anni, Vercelli (VC).





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