Ho visto anch'io "La vita di Pi" ma non al cinema e non in 3D e mi è piaciuto molto..non capisco le critiche negative sul film.
Oltre al significato delle religioni c'è un significato sul rapporto uomo-animali-tigre-male-bene.
Secondo me fa molto riflettere ed emozionare, e le scene, le musiche sono fatte molto bene.
L'unica critica che posso fare è che mentre guardi il film ti fai certe aspettative che non avvengono, però al finale capisci il perchè. La critica più importante è però sul doppiaggio, che fa proprio pena. Secondo me è da guardare in lingua originale con i sottotitoli in inglese.
Ora sto leggendo il libro.
Quindi il mio voto finale è 9.
Un film d'avventura, mistico, onirico e nello stesso tempo una parabola sul ruolo che gioca la memoria nella vita di ognuno di noi.
Con questa pellicola il pluripremiato Ang Lee si cimenta in un genere diverso da tutti quelli già affrontati e nello stesso tempo compie il miracolo di avvicinare a sé un pubblico più ampio, confezionando una pellicola che solo in apparenza sembra più facile da digerire.
Infatti, Vita di Pi è uno dei quei film il cui senso può essere compreso a più livelli: quello immediato, della storia fantastica e avventurosa di un giovane ragazzo indiano che sopravvive ad un naufragio, e quello più profondo che si interroga sul ruolo della memoria e dell'immaginazione nella costruzione del proprio io.
Come in Big Fish di Tim Burton, ci troviamo di fronte al racconto straordinario e fuori dagli schemi della razionalità del protagonista, che narrando le sue avventure giovanili pone inevitabilmente il suo interlocutore, e nel contempo lo spettatore, di fronte ad un bivio: credere o non crede alla storia?
Così come nella pellicola del visionario regista americano, in Vita di Pi la vera protagonista della storia è la memoria, la funzione psichica che l'uomo ha di mantenere i ricordi e che è influenzata da elementi affettivi quali le emozioni e le motivazioni. Detto ciò, è ovvio anche che nessun ricordo per nessun uomo potrà mai essere una fedele duplicazione della realtà vissuta, ma una ricostruzione e connessione di rappresentazioni personali, ma pur sempre di verità si tratta...
Al termine del film quando siamo messi a conoscenza delle due versioni della storia: quella colorata, avventurosa e straordinaria e quella realistica ma cruda e drammatica siamo posti di fronte ad un problema, ad un dubbio in grado di inficiare con un solo colpo tutta la storia: credere o non credere?
Ed è a questo punto che rientra in gioco il tema trattato nella prima parte del film, quello della fede, intesa non solo in senso strettamente religioso ma come credenza ad affermazioni, e che va al di là dell'esistenza o meno di prove pro o contro le stesse.
Vita di Pi è una sorta di parabola che attraverso un racconto ed una narrazione accessibile a tutti offre una morale: l'importanza dell'immaginazione nella ricostruzione della memoria, capace di abbellire e colorare anche quei ricordi che avremmo preferito dimenticare.
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Ovviamente il trailer non corrisponde all'intero film, infatti le scene più belle sono state tutte messe nel trailer.
Mi aspettavo di vedere un film spettacolare, con effetti speciali ecc... ma purtroppo la prima parte risulta lenta e noiosa.
Diventa carino dal momento del naufragio in poi.
A differenza di altri utenti, io invece ho trovato molto bella la storia del finale che lascia allo spettatore la domanda e lo stupore di ripercorrere a ritroso la pellicola per rimettere insieme i pezzi del mosaico.
Concordo sul fatto che le riflessioni sulle religioni siano banali e che l'incalzare del racconto non abbiamo molto senso.
Hanno voluto mettere la prima parte del film solo per riempire, altrimenti sarebbe stato un lungometraggio di 50 minuti circa con soltanto una barchetta in mezzo al mare.
Voto finale per me 6, belle immagini e bel finale, il resto è noioso.
Saluti
Leggo molti commenti che paragonano questo film e il regista ad altre opere e tecniche di realizzazione... ma che c'entra? Questo e' un film veramente unico nella cinematografia, sopratutto quella occidentale. Forse non c'era bisogno di stupire il pubblico con tutta quella computer graphics, infatti non sono stato in grado di capire il vero dal posticcio, quell'isola esiste davvero nella natura o e' farina di un ingegnere informatico?
Non è un film solo ma almeno tre. Si comincia con la parte filosofico-religiosa che raggiunge il suo culmine con la figura del bambino che voleva credere in tutte le religioni. E con tutta la narrazione seguente che dovrebbe in un certo modo dimostrare l'esistenza di Dio. Ma perchè mai il racconto di un sopravvissuto a una disgrazia dovrebbe servire a questo? E tutti gli altri che sono morti cosa dimostrano? Il contrario?
Segue la parte spettacolare veramente da applauso. L'incredibile è reso quasi verosimile. Lascia invece perplessi l'isolotto strapieno di quegli animaletti, i suricati che sembra proprio il parto di un sogno. Sembra?
Già perchè poi arriviamo al finale. Qui siamo al film giallo e alla sua soluzione. Con un grande colpo di scena. Non ammesso del tutto però direi a sufficienza.
Per favorirlo però abbiamo un'altra forzatura. Per quale motivo gli inviati dalla compagnia di navigazione dovrebbero essere così interessati a quello che è successo dopo il naufragio? Quello che è certo e nessuno mette in discussione è che sono tutti morti tranne uno.
Ma la verità è troppo orrenda per essere raccontata. Meglio riscriverla. E come i falsi ricordi anche la religione, per molti, serve a cercare di limitare i danni della vita. La fantasia contro la realtà insomma. Un tema affascinante e il grande merito di questa opera è di proporcelo in modo così intrigante.