E’ vero che fare un film su di un personaggio vuol dire raccontare la sua storia e non necessariamente cosa ha fatto o gli è accaduto attorno, ma qui si parla di Margaret Thatcher, la sua storia è la storia del Regno Unito, in una fase (anche se l’ultima non certo la meno importante) della Guerra Fredda, e quindi è storia anche del mondo intero. Dire Thatcher significa dire cambiamento economico epocale (privatizzazioni), politica energetica (fine del carbone), indebolimento del welfare (un’arma di voto che verrà utilizzata in futuro in Inghilterra), politica estera (Blocco Sovietico), il gioco al gatto e al topo con l’IRA, i legami (e i favori scambiati) con la CIA, Reagan e l’IRAN, e non vado più avanti. Se togliamo tutto ciò ecco che rimane questo film: sbiaditi ricordi di una vecchia rincoglionita che ha visioni del marito scomparso anni prima. Ci sono persone la cui vita fa parte della Storia e raccontare la loro vita vuol dire accettare la sfida di raccontare la Storia che hanno fatto e subito. Solo la guerra delle Falkland è accennata, tutto il resto sono solo vaghe allusioni che, se non si volevano approfondire, era meglio fare un bel sequel di Mary Poppins, tanto ce n’è bisogno!