Inizia con una sparatoria contro un gigantesco polipo e già da subito si evince che non si tratta di un comune film di fantascienza hollywoodiano: fotografia sporca, stile simil documentaristico, poco spazio all'effetto speciale e il tutto con veduta ad altezza d'uomo.
Nessuna concessione allo spettacolo, nessuna discesa (o ascesa) nell'azione pura. E' un film che non concede nulla: girato con un milione di dollari, l'opera di Edwards è volutamente e stilisticamente antispettacolare, non rispetta i tempi dell'azione, accenna senza quasi mai far vedere, accompagna lo spettatore in un'ora e mezza di visione in cui tutto è concentrato sui due protagonisti e il loro viaggio on the road.
Il problema è che il film, benché volutamente sotto le righe da un punto di vista estetico, non riesce a coinvolgere nemmeno tramite lo script che non risulta particolarmente ansiogeno, non produce curiosità, non da spiegazioni, non fa affezionare ai personaggi che restano oscuri nel loro passato e del tutto ancorati alla situazione contingente. Non c'è feeling con lo spettatore: ogni momento appare fine a se stesso, il sottotesto politico sulle relazioni razziali è appena accennato, e solo negli ultimi minuti assistiamo ad un momento più emotivo, più ricercato.
Peccato per l'occasione sprecata: film come District 9 restano su un altro pianeta e tutto sommato, benché l'impegno di distaccarsi dal banale film di fantascienza sia da premiare, il risultato non rispetta le premesse e tutto quel che offre è, appunto, una visione leggermente più fresca sul genere (anche se i rimandi si sprecano) ma vuota di contenuto e di situazioni.
Definirlo film di fantascienza è sicuramente un azzardo. E' più un road-movie e gli alieni mi sembrano più un McGuffin Hitchcockiano. Cioè solo una scusa per fare quel viaggio con elementi di suspense ma senza particolari paure o coinvolgimenti. Il film non è incentrato sul pericolo degli alieni, infatti non si trovano aerei, o navi per andare negli Usa ma possono passare per la zona "infetta". Non sappiamo in realtà questi poliponi cosa siano ma sono il motivo per cui i due giovani possono passare dei giorni insieme avendo il tempo di vivere un'avventura ed innamorarsi. Per me paragonarlo a District 9 come fa il recensore di Filmup è quantomeno una forzatura, lì ci sono evidenti risvolti sociali che qui non troviamo. Qui non dev'esserci accettazione dell'altro perchè gli alieni non vengono presentati in forma antropomorfa o comunque pensante, non sentimenti, figli, stati d'animo. Qui sono degli enormi animali e basta. Non si scava nel profondo del contrasto tra umani e non umani come invece fa Neill Blomkamp quindi il genere è profondamente diverso. Qui non abbiamo l'apartheid verso una specie diversa come sanno bene in Sudafrica, in Monsters sono stati recintati degli animali pericolosi. Non sappiamo nulla di più. Lo scopo è solo conoscere i personaggi e farli rivelare a loro stessi anche se poi anche in questo aspetto si rimane sempre e solo sulla superficie senza andare nel profondo più di tanto. Insomma è un buon esercizio ma superficiale ed in definitiva vuoto di contenuti reali, di motivazioni vere dopotutto la figlia di un milionario invece di rischiare poteva farsi venire a prendere dallo yacht di papà. Quindi anche il senso del film è abbastanza in bilico ma se vediamo questo film senza porci alcuna domanda vediamo un buon girato con una ottima fotografia. Il regista fa veramente un ottimo lavoro con quello che ha anche se la sceneggiatura riempirebbe lo spazio di un foglio A4. Discreti gli attori ma non è che devono sforzarsi più di tanto. Gli effetti sono ottimi considerando il basso costo del film ma anche da questo lato non può arrivare all'apoteosi effettistica di Disctrict 9. In definitiva non lo sconsiglio ma nemmeno credo che sia un film cult visto che i personaggi scelgono il loro destino e non lo devono subire.