poker d'assi per questo nuovo film di Roman Polanski che ultimamente non ne sbaglia uno. su tutte Jodie Foster che riesce a rendere benissimo la frustrazione della donna emanciapita e progressista ma insoddisfatta della propria vita (un vulcano pronto ad esplodere). nessuno ne esce bene, anzi. gli unici sono i figli delle 2 coppie che da accusati diventano esempi da seguire con la scena finale che li vede insieme al parco a giocare sereni. a sottolineare che i conflitti sono gli adulti a crearli, ed ogni scusa è buona per dirsele (o darsele). da sottolineare il cellulare coprotagonista della storia. tutti bravi per un grande regista
Capolavoro in grado di evocare tematiche di alto profilo senza mai scadere nel narcisismo o in toni accademico-prosaici. Tratto dalla piéce teatrale "Il Dio del Massacro" di Yasmine Reza è un capolovoro che del palcoscenico mantiene solo l'unità di tempo e di spazio e che solo i meno attenti possono scambiare per teatro filmato. E' un viaggio che si spinge sino al limite che separa la maschera del "politically correct" e i più feroci istinti della natura umana.
La resa dei conti tra due undicenni in un parco di New York finisce con labbra gonfie e denti rotti. I genitori del ragazzino che ha avuto la peggio (Foster, Reilly) invitano quelli del "teppista"(Winslet, Waltz) a casa loro per cercare di risolvere la faccenda in maniera civile. Ma gli iniziali convenevoli si trasformano presto in battute al vetriolo che sfoceranno in un crescendo di rivelazioni sulle ridicole contraddizionie i grotteschi pregiudizi dei quattro genitori.
Nonostante tutto si svolga in unica sequenza, il crescendo della discussione dapprima cordiale col suo lento scivolare verso la contrapposizione delle rispettive ragioni, per poi degenerarare in ostilità e scontro sociale, assicura allo spettatore la giusta tensione. Ovviamente altri autori si erano misurati con unità di tempo e luogo senza per questo avere prodotto del semplice teatro filmato. Basti pensare a Hitchcock in "Nodo alla gola" o Sydney Lumet ne "la parola ai giurati". Poi per quanto riguarda l'istinto primordiale che prende il sopravvento come non ricordare "Cane di Paglia" di Sam Peckinpah. Sulla qualità degli interpreti è inutile soffermarsi si può solo consiglliare di andare a vederli in azione.
Che dire...grande regista, attori immensi, trama originale. Il tutto in una stanza... Teatro, teatro vero e proprio. Avranno speso per le scenografie si e no 100,00 €, alla fine vai via emotivamente scosso...con poca voglia di matrimonio. Voto 10