Giuseppe Piccioni (“Fuori dal mondo”) dirige una storia semplice che espone le problematiche del giorno d’oggi: la solitudine, l’affidamento dei figli, lo strozzinaggio e gli immigrati clandestini. La vita dei protagonisti scorre lentamente fino a quando il fortuito incontro cambierà in maniera decisa le loro vite. Antonio esce dal guscio e riscopre la vita attraverso l’amore, anche se non corrisposto di Maria, ed ella ricomincia ad accettare inconsciamente l’aiuto di qualcuno che alla fine riuscirà a conquistare la sua fiducia e l’elemento catalizzatore fra i due è rappresentato da Saverio, strozzino agrodolce interpretato dal bravo Silvio Orlando.
La pellicola è un melodramma d’altri tempi che esplora i sentimenti con grande semplicità.
Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli hanno vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione alla 58ma Mostra del Cinema di Venezia (2001).
Dopo il film ho letto l'intervista a Piccioni (viste tutte le sue "opere") e la cronaca dell'accoglienza "al vetriolo" ricevuta a Venezia: condivido l'indignazione del cast. La storia, pur con qualche dialogo prolisso, "disturba" sì per la durezza di Maria e l'ingenuità "fuori dal mondo" di Antonio, ma seminando amarezza raccoglie speranza: i viaggiatori trapiantati e dalle lontane radici (tutti e due vivono a Roma ma sono nati altrove), forse sono pronti a metterne di nuove. Una storia minimalista attorno alla quale si muovono, con una colonna sonora volutamente ripetitiva e sempre delicata, personaggi fugaci appena messi a fuoco. Nei lunghi silenzi Antonio-Lo Cascio esprime - dopo l'energia de I Cento Passi - un'espressività serena dalla quale ti aspetti esca da un momento all'altro una rabbia furiosa. La Ceccarelli rende benissimo il tormento del suo personaggio, desideri tutto il film che finalmente sorrida, e quando lo fa è bellissima. Ben inserito nei ritmi della storia Orlando l'usuraio, e last but not least, un bravo alla piccola Lisa.
Sicuramente un film stile Piccioni, interiore forse troppo..forse per molti incomprensibile..ma di una realtà sconvolgente....tranne l'inizio che ti sfugge perchè devi dare subito attenzione per capire il senso, e qualche paesaggio di troppo, un film interiorizzante..in cui la psicologia dei personaggi assume una realtà imbarazzante..in cui le piccole e grandi paure quotidiane vengono affrontate al meglio...poi azzeccattissimi gli attori...un piccolo gioiellino...peccato per la fine...troppo banale???no forse non reale......perchè la realtà a volte è piu cruda e dura
il film è ovattato,superbo per la sospensione di una fotografia essenziale e geometrica.
la colonna sonora,in alcuni momenti, scandisce le memorie di Gordon,l'alterego del protagonista.
La storia è quella di tante storie possibili,storie vere,quotidiane.
Roma,città dove è girato il film,sembra parlare,anzi sussurrare una sottile luce che squargia la malinconia che i giorni,normalmente,portano con sè.
A mio avviso,un Capolavoro.
Non è un film eccezionale, ma in ogni caso mi sembra possedere almeno tre innegabili pregi: una Roma come raramente la si è vista al cinema, totalmente trasfigurata in una direzione quasi astratta; una voce "over" che per me sfiora -come qualità di eloquio- la Letteratura; infine una colonna sonora -di Ludovico Einaudi- che m'è piaciuta a tal punto da immolare impietosamente e pazzamente alla "Ricordi" ben 20 carissimi Euro, per l'acquisto dell'esoso cd!