Primo tempo del capitolo finale sulla celebre saga libresca che richiama ad ogni puntata orde di proseliti, frotte di pargoli con genitori al seguito, accolite di teenager iper-eccitate e sbarbatelli di primo pelo, a dispetto del quasi ventiduenne protagonista, di cui rimane solo la celebre montatura degli occhiali a rievocarne le gesta dei primi episodi. Il film trasmette sin dall’inizio un senso di precarietà, grazie anche a una colonna sonora appropriata e incalzante. I protagonisti, finalmente liberi dal placido recinto della scuola di magia di Hogwarts, hanno una interazione molto più dinamica per la maggiore ricchezza delle ambientazioni, dai paesaggi spettrali alla deserta landa britannica. La mancanza di ritualità in questo episodio potrà forse scontentare i fan più affezionati ma certamente farà stropicciare gli occhi del cinefilo più entusiasta che si aspetta una rottura dei consunti clichè su cui si adagiava la saga sino al precedente episodio. Nella visione pedagogica che indiscutibilmente accompagna il lavoro della Rowling, finita la scuola, ora i nostri eroi devono affrontare la vita e le loro paure. Se sullo sfondo, dapprima, la tranquilla attività di quella singolare accademia, che rappresentava un porto sicuro per i nostri eroi, era solo adombrata dall’inquietante figura di Lord (TU-SAI-CHI) Voldemort , in questa rappresentazione essa prende corpo e “il lato oscuro della forza” vince su tutto, inondando lo schermo di una visione cupa, fotografata splendidamente, che avviluppa lo spettatore, legandolo a scenari tenebrosi, emotivamente in crescendo, nell’attesa spasmodica di una possibile imminente apocalisse. E’ ovvio che in questo affascinante quadro a tinte fosche, non mancano delle trasposizioni, vincolate alla primitiva natura del racconto. Inutile soffermarsi sul confronto tra il testo e la scrittura cinematografica nel quale si potrà addentrare, magari in accalorate dissertazioni tra i banchi di scuola, lo spettatore medio. Ma tant’è, bisogna accontentare i fan.
Ed ecco quindi spuntare riferimenti di carattere figurativo ed evocativo (l’essenziale e scheletrico disegno animato che spiega la favola dei doni della morte), intimistico (nell’evoluzione interiore dei personaggi e l’affiorante dualismo tra Harry e Ron verso gli atteggiamenti ambigui di Hermione ), e di pura fascinazione (l’attesissimo bacio tra Harry ed Hermione che, furbescamente, per la sua natura visionaria, non li compromette lasciando aperto ogni futuro scenario, o l’Horcrux che irretisce il portatore di cui fu antesignano “l’anello” di Tolkieniana memoria). Pur rappresentando, nella forma e nella sostanza un incompiuto filmico, il mestierante David Yates realizza stavolta un prologo quasi da manuale in cui nella classica visione della lotta tra bene e male, quest’ultimo vince sempre la prima battaglia, ma l’esito della partita è, almeno per l’ignaro spettatore, se non negli esiti, certamente nei modi, tutt’altro che scontato.
Il film è avvincente e per nulla noioso, vengono dosati bene sia lo humor che la drammaticità degli eventi e ben riuscito il racconto dei Doni della Morte.
I tre protagonisti ancora molto bravi e un applauso all'attrice che interpreta Belatrix (si scrive così?!)perchè recita molto bene.Voto senza dubbio positivo.
Inizio subito dicendo che tutti gli altri film di Harry potter li ho trovati belli, ma questo è davvero terrificante. La trama è noiosa, lenta giusto appunto per fare due parti e guadagnare di più con un altro film. Una sceneggiatura prevedibile che rasenta la stupidità.
Scene d'azione dove non si capisce perché dei maghi si sparino tra di loro con una bacchetta e non usino altre magie. Non bastava allora un mitragliatore? Viene appunto da chiamare Steven Seagal e dirgli: "per favore pensaci tu". Ma la chicca finale è la borsetta di Hermione da cui estrae ogni genere di cosa. Fermi tutti questa cosa è davvero geniale! Soprattutto innovativa, l'aveva già usata la Disney nel film "Mary Poppins" negli anni 50.
Per chi è amante della serie si guardi pure questo finale, gli altri che tengano Harry Potter il più lontano possibile dalla loro vista.
Un film come gli altri, nulla di che, si può solo citare la grande prova della Watson, il resto è da buttare! Il film guadagnerà soldi perchè nelle sale lo proporranno senza rivali (molti dei quali sono più belli e ben fatti, ma non ricevono spazio!)
Finalmente finirà questa idiota e stucchevole saga cinematografica!!!!
Temevo di trovarmi nuovamente di fronte ad un'altra cocente delusione, invece pare che la regia e la sceneggiatura si siano resi conto dei propri errori ed abbiano corretto il tiro. Ok, mancano un sacco di elementi importanti, ma rispetto al precedente "Il principe mezzosangue", dove non veniva nemmeno spiegato il perchè del nome, la storia qui regge piuttosto bene. La scelta di spezzare in due film l'ultimo capitolo mi pare buona, nel senso che se questo lo trovato piuttosto discreto, voglio sperare che l'ultimo sia effettivamente degno di nota. Gli attori restano sempre ad un livello di bravura appena sufficiente, ma vista la giovane età va bene così. Punti di forza sicuramente il racconto sull'origine dei doni fatto tipo ombre cinesi, le ambientazioni paesaggistiche molto suggestive e la piccolissima parte di Neville Paciock che finalmente fa vedere di che pasta è fatto nella scena sull'Hogwarts Express. Altra nota di merito alla Watson, davvero bella e brava.
Trailer italiano (it) per I soliti idioti 3 - Il ritorno (2024), un film di Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Martino Ferro con Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio,.
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