Dialoghi assenti, Servillo che cammina e cammina ogni giorno, sempre con la stessa maglietta e la stessa giacca. Ti distrai e pensi "ma questo quando si lava?"...non puoi farne a meno. L'improbabile storia d'amore, il finale ridicolo copiato paro paro da Tarantino. Insomma, come si fa a dare 10 a un film del genere quando la scala va da 1 a 10? Si dovrebbe poi dare 20 a Forrest Gamp, tanto per dirne uno.
Mi dissocio decisamente dal coro di opinioni positive: a parte la solita ottima interpretazione di Servillo, ho trovato il film poco interessante e coinvolgente. Dialoghi quasi assenti e quei pochi spesso incomprensibili, situazioni descritte senza nessuna inventiva e originalità; la cinesina è tanto caruccia, sembra messa lì apposta per accendere un lampo di tenerezza in un mondo complessivamente un po' sordido, ma la 'storia' tra Gorbaciof e lei non mi ha trasmesso nessuna emozione, come tutto il resto del film d'altronde.
Capisco che nel deprimente panorama del cinema italiano attuale questo film possa risaltare, ma uscendo dalla sala mi sono rammaricato di non averne scelto un altro per la serata.
Nei bar di periferia, nell'underground delle città, ce ne sono tanti di Gorbaciof. Piccola umanità che vive tra piccoli vizi al limite della legalità per colmarere forse un vuoto, il vuoto della solitudine. Si tratta fondamentalmente di uomini che sono soli ... per le ragioni più svariate. Gente marginale, ma anche gente che non ha paura di sporcarsi le mani, lontana anni luce da una certa sinistra radical-chic, una sinistra che a parole dice di essere aperta e vicina ai marginali e poi vivacchia tra i salotti dei quartieri aristocratici...
Film di rara bellezza, di poche parole ma con tanta armonia. Toni Servillo è bravissimo, Mi Yang lo accompagna con il suo sguardo incantevole...lo folgora dall'inizio alla fine. La musica ti scava dentro... peccato che questo film sia passato quasi inosservato.