Thriller coinvolgente dall'inizio alla fine. Originale il carattere contrastante dei due protagonisti. L'ho fatto vedere a mio figlio di 11 anni dopo averlo visto circa 15-16 anni fa. A lui è piaciuto e alla fine ha capito l'epilogo. Lui si è leggermente impressionato ma lo consiglia a tutti!
A mio avviso è un thriller carino, ma non sensazionale. Nel suo genere, gli ho preferito Profondo Rosso (1975).
Non mi dilungherò su tutte le incongruenze che ho riscontrato, ma non finirò mai di stupirmi di questi poliziotti e detective dei film che nonostante stiano indagando sulle malefatte di pazzi omicidi, si trovano, senza alcuna scorta, a continuare tranquillamente la propria vita quotidiana, a scherzare, ridere e vagare tranquillamente tra bar, strade e propri appartamenti. Mentre Pitt abbracciava la Paltrow in una scena del film io mi chiedevo: ma non gli viene in mente che magari sua moglie è in pericolo? Dovrebbe essere sotto scorta... e infatti...
Vorrei fornire la mia versione a chi si chiede che senso abbia il finale, nel ragionamento del killer, e chi pensa che sia incongruente.
Nel dialogo che Mills e Doe hanno nella macchina mentre si recano sul luogo dove si svolgeranno le scene finali, John Doe ci fornisce le sue spiegazioni sui suoi efferati omicidi e quando Mills lo sfotte, lui gli ricorda che Mills stesso, probabilmente, godrebbe quanto lui a fargli del male, se potesse non pensare alle conseguenze. Dice altresì che le sue vittime si meritavano di morire in quanto colpevoli dei rispettivi cinque peccati capitali.
Ora, John Doe ha ucciso la moglie di Mills solo ed esclusivamente per invidia. E "vince", in quanto Mills lo uccide, per punirlo di questo. Quindi Doe è la vittima del suo piano per aver peccato di invidia. E Mills è diventato l'Ira. Non occorre che Mills venga ucciso perché ha peccato d'Ira, lo scopo dell'assassino era infatti rivelare quanto in realtà sia labile la nostra psiche e quanto in fondo siamo tutti dei John Doe se portati ai nostri estremi, anche se ci piace pensare che solo i "pazzi fuori di testa" siano capaci di certi atti.
Riprendo, per chiudere il cerchio, il discorso di Somerset "In questa storia non ci può essere un lieto fine... [...] Se l'assassino fosse Satana, saremmo tutti contenti, ma è un essere umano."
Un po' forzato? Sì. Per questo non dò più di 7.
Seven si fregia di un cast stupendo! Una trama basata sul killer, che sceglie la legge del contrappasso per punire coloro che si macchiano dei peccati nel listino "Peccati capitali". Crescendo, psicologia dei personaggi, dialoghi. Tutto spettacolare. Bello il colpo di scena finale, seppur mi spiace dirlo, incongruente con la psicologia, ma soprattutto il Modus operandi del killer. Seguendo tale logica, Mills doveva morire forzatamente per mano del proprio peccato (esempio:darsi fuoco sotto minaccia verso la moglie mentre questa si trovava in pericolo) e non sopravvivere. Questo neo dona al film un voto pari al suo nome...