Credo che il film,alla fine non meriti ne lE stalle,ne le stelle:all'inizio infatti poteva essere intrigante,verso la fine è diventato banale.Ma comunque mi sono divertito(forse!!!)
Una realtà che non c'è, potrebbe essere la definizione del film. e questa ambiguità è il suo fascino.
thora/liz, lo scopriremo un po' alla volta, è l'unica testimone sopravvissuta a quella che sembra la scena di un delitto, tre morti, e solo lei può raccontarci la verità. ma liz sembra confusa, spaventata forse, o forse no, calcolatrice? no, sì, chi lo sa? nemmeno lei forse conosce la verità, o forse non vuole conoscerla. dopotutto la causa di tutto era stata proprio lei, con la sua idea "originale" per cercare di conquistare il ragazzo dei suoi sogni, il più bello e più famoso studente del college, mentre lei non era certo la più bella, anche se è pur vero che la sua forte personalità affascinava, soggiogava quasi.
tutto sembrava un gioco, ma gioco non è. ci sono in ballo vite umane, morti assurde, avvelenamento (?), una futile lite, una scala che si rompe.... sarà sempre e solo il caso? nemmeno le autopsie aiutano. e nemmeno si capisce se l'amore era nato realmente o solo nella fantasia di liz. la chiave del mistero potrebbe essere martyn, l'amico di liz che sapeva ma non c'era. sì, lui certamente sa qualcosa in più. ma la chiave sparisce. martyn scivola, si butta, viene spinto (chi lo sa?) giù da un ponte e muore. nelle sua tasche, a dir il vero, una chiave viene trovata, ma è proprio quella della porta del "buco", non chiarisce, complica.
alla fine il "buco" non è solo un posto, un vecchio rifugio, ma è proprio un buco nel tempo, come una pagina mancante che non verrà mai scritta.
paragonerei questo film allo splendido "pic nic a hanging rock" di peter weir. anche lì, mistero e risposte mancanti che tali devono restare, per ricordare come nel mondo non vi siano mai solo certezze, o forse non ve ne sono per nulla. ed è questo che spesso rende la vita degna di essere vissuta. la vita o la morte?
Come sempre è questione di gusti. A me piace Antonioni che considero il miglior regista italiano, mentre la gran parte di coloro che vanno al cinema Antonioni probabilmente lo detesta o perlomeno non lo capisce (non si trova sulla stessa "lunghezza d'onda"). Adoro pure il Peter Weir di "Pic Nic a Hanging Rock", tanto per dare un'idea.
Ho visto "The Hole" da DVD, con un televisore casalingo e non, come avrebbe meritato, sopra un ampio schermo panoramico. Ma nonostante ciò mi ha saputo trasmettere delle emozioni che pochi film riescono a darmi.
Certo, se uno cerca in una pellicola inseguimenti, morti violente, sparatorie, zombie o cose del genere, non è il film per lui. Perché non è uno di quei film che si possono giudicare dalla trama, che passa assolutamente in secondo piano. Bisogna capire la psicologia dei personaggi, è quella che ti coinvolge. Soprattutto la protagonista, interpretata splendidamente da Thora Birch (sembra quasi bruttina, ma ha un fascino incredibile), che interpreta a tratti la parte della vittima e a tratti quella della creatura diabolica, così bene che alla fine saresti pronto a dire che sì, può essere una, ma può esser anche l'altra. Perché in effetti non c'è chiarezza nemmeno nel finale. E' veramente Liz la mente? Ha veramente ucciso Martyn oppure lui si è suicidato? Perché quando lo recuperano gli trovano la chiave in tasca, quasi a dire che "la verità non te la dirò mai!".
Tutto in una realtà confusa, come l'amore conquistato da Liz, che c'è ma non c'è, esiste ma non esiste. Esiste solo nella sua fantasia? Perché noi vediamo tutto solo attraverso gli occhi di Liz, l'unica testimone sopravvissuta. E così la verità sarà legata alle sue sensazioni e alla sua volontà di farci sapere cosa e quanto vuole, sempre che sia lei stessa in grado di percepire la realtà vissuta.
Io prendo il DVD e lo metto tra i miei preferiti (per me "capolavori"), tra "Pic Nic a Hanging Rock" e "Professione Reporter" (a dir il vero quest'ultimo è solo uno spazio vuoto, perché non l'ho ancora trovato in DVD).
Il voto? Ovviamente "10", ma solo perché non si può dare di più.
L'idea che, la criminale protagonista dell'opera ( e quindi del regista ) è che per amore si può morire e soprattutto far morire gli altri. Un'idea balzana e fuori tempo. Un'idea mal rappresentata , peggio interpretata e con la tr4ovavta folle che il male alla fine prevale. Sciocchezze decadenti senza valori e senza principi.Secondo me inesistenti. Perchè di pazzi veri ce ne sono tanti al mondo ed il disagio giovanile certe volte emerge con intensità e motivazioni reali e ben idverse dalle sciocchezze di questo film. Dove e uniche figure positive, il ragazzo innamorato, la dottoressa vengono lasciate sole.
Super bocciato.
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(6.5/10)
