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Rosetta

Opinioni presenti: 9
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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IL MONDO E' CATTIVO

(7/10) Voto 7di 10

"Il mondo é cattivo". Sembra che i fratelli Dardenne, belgi e già autori di "La Promesse", e con un passato da documentaristi, abbiano voluto dirci proprio questo con "Rosetta". Il finale é senza un briciolo di speranza. Ma il resto del film é, se possibile, ancora più amaro. La scelta stilistica é particolare: con macchina a mano alla Lars Von Trier, i Dardenne seguono la protagonista nei suoi tortuosi percorsi. Un'impressione di fretta, di affanno, di sofferenza mai celata accompagna la visione. Non é a mio avviso un capolavoro, come ha sostenuto qualcuno: ma si tratta pur sempre di una pellicola coraggiosa, sconcertante nella sua programmatica sgradevolezza.



Stefano, 23 anni, Torino (TO).




Continuiamo così ....a farci del male

(2/10) Voto 2di 10

Devono essere davvero molto belle le case delle persone a cui piaciuto questo film. Perchè forse solo in un comodo e lussuoso divano, dentro una bella villa con vetrata sul giardino sorseggiando del the, è possibile guardare un film del genere.La mia casa è ora abbastanza bella, il mio divano abbastanza comodo ma non sono riuscita a resistere a Rosetta per più di un quarto d'ora. In fondo sono solo poco più di 15 anni che non vivo come lei. Sì, Rosetta è decisamente un film di "nicchia". Annoterò regista e annessi per evitare di farmi fregare una seconda volta. A tutto c'è un limite!



cesi, 39 anni, milano.




Grido di rabbia:"Rosetta"

(10/10) Voto 10di 10

Negli anni 40’ sorgeva in Italia il movimento neorealista.Rossellini e Visconti furono i promotori di tale movimento,che consisteva nel mostrare,nel modo più realistico possibile,aspetti,situazioni ed episodi che coinvolgevano l’ Italia nel periodo della Seconda guerra mondiale,e le rovinose conseguenze che ebbe essa.Attualmente può esistere un realismo al cinema?Si e no:in passato abbiamo potuto vedere che il realismo ha bisogno di raccontare aspetti della vita dei più deboli,i meno fortunati.In questo mondo, dove avanza la tecnologia,e dove gli interessi economici hanno la meglio su tutto e tutti,è più difficile,rispetto al passato,cogliere quei nuclei dove le parole come miseria e povertà continuano ad avere la meglio sulle ultra-tecnologie.I fratelli Dardenne nel 1996 realizzarono un film bellissimo come “La promesse”,e fecero già intendere la capacità di immergersi nel mondo dei sotterranei.Nel 1999 staccano la spina,e si rifugiano nell’ universo di Rosetta.“Rosetta” non è la storia di una ragazzina,ma è il racconto di pochi giorni che la ragazzina trascorre.Allora,ribaltando il già detto,in fondo è anche la storia di una ragazzina.Si,perché i pochi giorni che noi spettatori vediamo sono identici a quelli che non vediamo (che siano essi passati,o futuri).Dimostrazione di vita vissuta che bisogna tirare avanti per campare bene.Ma bene la nostra eroina non vivrà mai.Non c’ è una linea narrativa,né episodi particolari da raccontare,ma una gran voglia di sbattere in faccia la realtà che viviamo.Anche noi,che abbiamo una casa,e un piatto per mangiare,siamo Rosetta.Anche,e soprattutto,la macchina da presa è Rosetta:i Dardenne non si preoccupano di essere autori ad ogni costo,anzi,se ne fregano,e pedinano Rosetta.Rosetta corre?Allora la telecamera corre.Rosetta è nervosa?La macchina da presa è nervosa.Rosetta sta riposando?Anche l’ obiettivo allora riposa.Com’ è Rosetta (intesa come ragazzina,film e regia)? Arrabbiata!Sa che è condannata ad una vita infelice,ma combatte,lotta contro l’ ingiustizia.Perde?Non fa niente,lei sa che ci ha provato.E’ già qualcosa!Cammina velocemente,va sempre di corsa…sa che non può perdere tempo:la vita è breve,e il male avanza imperterrito,e non c’ è tempo da perdere.Rosetta è presente in ogni inquadratura,perché a noi interessano solo le sue azioni.Siamo Rosetta,o meglio,Rosetta rappresenta quello che noi dovremmo essere (spiritualmente),o ci promettiamo di essere (ma mai siamo).Forse solo chi soffre davvero (ed è intelligente) sa (cerca di) reagire.Vedendo “Rosetta” torna in mente la “Mouchette” della coppia Bresson-Bernanos.La protagonista dello straordinario film di Bresson si arrende di fronte alla cattiveria.Per Bresson non ci sono speranze.Troppo grande è il male.Anche per i Dardenne,anche se apparentemente possono esserci dei dubbi,non ci sono speranze,o facili consolazioni,ma sembrano dire: “siamo vivi,allora tanto vale vivere.Vivere muovendosi,reagendo”.Cosi’ da poter gridare al mondo intero: “io ci sono,e sono più forte di te,perché combatto!”.Il film di Luc e Jean-Pierre Dardenne è addirittura migliore di quello di Bresson:possiede una lucidità impressionante.E fa male.Il dolore che subisce Rosetta,i suoi crampi,la sua rabbia,esplode:non la vediamo ad occhio nudo,ma esce dal teleschermo e ci cattura in modo diretto,e ci dà un pugno nellla pancia.Siamo costretti a vedere,vorremmo porgere una guancia alla piccola Rosetta,ci vien vogli di abbracciarla,lottare insieme a lei…ma poi ci assale l’ inevitabile senso di impotenza:non possiamo fare niente per lei,cosi’ come non possiamo far niente per migliorare questo mondo.Anche quando Rosetta trova un amico (o,almeno,una persona della quale può fidarsi),non riesce a mantenere saldo questo rapporto.E’ la confusione che abbiamo nella mente,il credere di fare una cosa giusta quando poi è sbagliata (Rosetta si licenzia),e questa cosa ritorna a riguardarci rivoltandosi contro:dalla felicità,alla peggiorata rabbia.Più ci sentiamo male,tanto più stiamo peggio.Il finale appare emblematico,ma è solo un semplice e definitivo colpo di genio:Rosetta ha sofferto,e certamente continuerà a soffrire.Potrebbe essere picchiata,o peggio...noi lo sappiamo,ma non vogliamo vedere.La “Pietas” degli autori giunge al punto giusto.Lo spettatore non dovrebbe nemmeno preoccuparsi di ciò che può succedere:abbiamo già visto quello che si doveva vedere.E’ un film,e niente è gratuito.Ha Cannes ha battuto film come: “Una storia vera” (altro capolavoro), “L’ estate di Kikujiro”, “Ghost dog”, “Il viaggio di Felicia” , “Moloch” ecc. E la Palma d’ oro l’ ha strameritata.Cosi’ come ha strameritato il Premio come miglior attrice Emilie Duquenne:è una Rosetta memorabile.Straziante,di una lucidità cristallina.Un capolavoro di fine secolo,che è un campanello d’ allarme,e (come “La sottile linea rossa”) un grido d’ aiuto.



Diego, 18 anni, Napoli.




Staunitensi, imparate!

(10/10) Voto 10di 10

Non mi soffermerò sul resto del film, che considero comunque un capolavoro, ma voglio sottolineare il finale, mettendolo a confronto con i film USA attuali, che quando il film dovrebbe finire, vanno avanti un'altra mezz'ora sbrodolandosi addosso sul niente. Qui è sufficiente (dopo una lunga scena preparatoria, se ricordo bene) un cambio di espressione di pochi secondi da parte dell'attrice (è ovvio che gli attori bravi sono comunque indispensabili) per aprire uno spiraglio di speranza nello spettatore che qualcosa cambierà nella vita di Rosetta, e per fargli immaginare quale potrebbe essere il proseguimento della storia. Così si fa! Altro che pistolotti moralisti!



Carmelo, 48 anni, Modena.





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