In questo buon film drammatico della fine degli Anni Settanta il grande Woody Allen tenta la strada del cinema serio ed impegnato ispirandosi al grandissimo (seppur difficile) Ingmar Bergman.
Nel film sono presentate le drammatiche vicende che coinvolgono una famiglia borghese composta da madre, padre e tre figlie ormai adulte, a cui si aggiungono due mariti ed una figlia di queste ultime. Stanco e demoralizzato dopo decenni vissuti accanto ad una moglie affetta da una grave forma di nevrosi, il sessantaquattrenne marito decide di andarsene di casa, facendo così aggravare le condizioni psicologiche della donna; in séguito sposa un'altra donna e la situazione precipita. Al tutto si aggiungono le frustrazioni, le disillusioni ed i vari danni esistenziali delle tre figlie, di cui una è una scrittrice di successo sposata ad uno scrittore fallito alcolizzato, un'altra un'aspirante artista frustrata che non riesce a trovare la propria strada, una terza un'attrice dalle grandi speranze che viene ingaggiata solo per umilianti ruoli in film scadenti.
La regia di Allen è perfetta, i dialoghi ricordano molto quelli dei personaggi bergmaniani, sapendo scavare in profondità nella psiche umana e colpendo direttamente ed amaramente l'anima dello spettatore. Il film si avvale anche di un buon cast, in cui la bravissima Diane Keaton è affiancata da ottime, convincenti colleghe. Buona anche la fotografia e di ottima resa i tanti silenzi interrotti solo dal rumore del mare.
Il film fa riflettere, lascia un senso di dolore, spinge a pensare alla propria vita ed al senso complessivo dell'esistenza, incute un'angoscia che solamente il cinema dei più geniali registi sa dare. Il rimando a Bergman è evidente, anche se questo film è comunque caratterizzato da una minore violenza psicologica rispetto a quelli del regista svedese; la lacerazione interiore, i tormenti dell'artista, i conflitti famigliari e la ricerca della trasgressione sono presenti come in Bergman, ma non arrivano ai suoi estremi, evitando la perversione, gli incubi ed il forte conflitto con la divinità che caratterizzano gran parte dei film di Ingmar.
Woody Allen è molto più considerato per un genere assai diverso di cinema, ma è un peccato il fatto che questa sua sperimentazione drammatica bergmaniana non sia stata abbastanza compresa: meriterebbe una maggiore attenzione.
Uno dei primi film seri di Allen e uno dei primi omaggi a Ingmar Bergman che Woody ama particolarmente.
Il film,a distanza di quasi 30 anni dall'uscita,mostra alcune rughe.Eccessivamente verboso,dialoghi un pò artificiosi e temi in alcuni casi sorpassati.
Il cast di attori è però all'altezza.Su tutti citiamo Maureen Stapleton nel ruolo della nuova moglie del padre.Straordinaria.Specialmente nel balletto solitario da ubriaca al suo matrimonio.