bel messaggio sulla paura della morte. tale paura nega la vita. forse scontato, ma bello da ricordare. il film è carinissimo e vale la pena di essere guardato.
Ho avuto il piacere di vedere i film di Hayao Miyazaki e ne sono sempre rimasta affascianta...per la stranezza,per i personaggi unici e quasi "vivi",per le storie,per il significato..ma con i racconti di terramare ho provato solo tanta confusione e una leggera noia.
La storia è tratta da un romanzo ciclico,ok..ma quel tocco di autenticità che troviamo nella "città incantata"(per esempio)purtroppo si perde...anche se la storia è molto carina, ci sono parti in cui sembra di ascoltare "i racconti di gesù"( per così dire...)e non si afferra il vero significato del travaglio interiore del protagonista.
Quello che il figlio del grande animatore (suppongo)volesse spiegarci è il contrasto tra la vita e la morte..tra il desiderio di vivere per sempre e la paura che la morte possa portarci via tutto...paura di perdere la concretezza e la consistenza della vita...però,con tutta la buona volontà che ci possa aver messo, si fa davvero fatica a entrare nella storia e a sentirsi,come nei film del padre,i veri protagonisti.Niente da dire sulla grafica e sui colori..come sempre molto espressivi i volti di alcuni personaggi...ma è pur certo che un film d'animazione dovrebbe stimolarci e "animare" la nostra mente...non addormentare.
Nei Racconti di terramare di Miyazaki jr. si avvertono numerose somiglianze con le produzioni del genitore: lo spunto ecologista, la predilezione per la materia fantasy, la relazione tra il nome e l'identità della persona, gli elementi della mitologia nipponica fino al character design dei personaggi. Ma le migliori intenzioni non bastano al figlio, che anima una brutta copia delle opere del padre, banalizzandone il relativismo morale, trascurando le qualità caratteriali dei protagonisti...però tutto sommato è vedibile...
...Già:
uno si fida di quella frase ("Film per tutti", appunto) e dell'immagine sulla locandina che ci fa vedere un placido drago in un tipico paesaggio mozzafiato made in Japan. Poi dopo cento minuti di storia entusiasmante si imbatte in un finale da incubo per una bambina di 5 anni (mia figlia), che ovviamente si copre il volto piangendo!
Per un amante del genere come me il voto alto è meritato; chiedo un pò di attenzione e di sensibilità verso i più piccoli affinchè noi genitori possiamo portarli al cinema a vedere un cartoon senza problemi.
Grazie.