Raramente è possibile vedere un film in cui ingredienti così ben scelti (gli attori, i costumi) sono così mal utilizzati.
La storia è sgranata e priva di spessore.
Si stenta a credere che l'autore di tale misfatto sia Milos Foreman.
Non è un capolavoro ma neanche sconcio come qualcuno lascia intendere. Racconta un genere, un'epoca e sopratutto un pittore, Goya, che senza forse assume il connotato principale della vicenda!
...la verità vi fa storcere il naso quando sotto accusa e la vostra beneamata Chiesa, e vi fa girare la faccia dall'altra parte per non vedere i crimini commessi dalla Chiesa in quel periodo.
Così questo drammatico film che racconta con molta veridicità solo una delle tante vite spezzate nel buio di quegli anni non piace perchè racconta di un periodo che la vostra Chiesa vuole cancellare.
Stranissimo infatti è che sono stati fatti centinaia di film e romanzi per raccontare l'olocausto e pochissimi per raccontare i crimini commessi dall'inquisizione, oppure le stragi che i maiali spagnoli e portoghesi hanno commesso a danno delle popolazioni del Sud America, con l'avallo della Madre Chiesa, che ancora oggi conserva i tesori rubati e macchiati del sangue di migliaia di innocenti.
Meriterebbe un bel sette ma metto dieci per alzare la media troppo bassa per questo film.
Il grande Milos Forman torna a dirigere e lo fa regalando, a noi spettatori, un grande affresco sulla situazione politico sociale della Spagna alla fine del 1700 inizio 1800.
Il tutto viene visto attraverso gli occhi ma sopratutto le pitture del grande pittore Goya (Stellan Skarsgård, Dogville e L'esorcista la genesi), che con la sua opera testimonia il flusso degli avvenimenti. Forman sceglie di usare un sistema spot (inserendo le figure dei dipinti al momento giusto) per far capire quanto Goya assorbisse dalle vicende del suo paese per mettere sensazioni e situazioni su tela. Come in Amadeus, il protagonista non è l'artista ma il suo antagonista (un ispirato Javier Bardem, Mare dentro), che prende le situazioni e le volge a proprio favore senza un briciolo di aderenza a una ideologia di bandiera. Si ripete più volte nel film chiaramente il concetto preciso di una popolazione che non impara mai dai propri sbagli (come dichiarato dal regista), tornando su se stessa anche dopo patimenti e i vari cambi di regime. Sono gli uomini singoli che conservano un valore di appartenenza alla stirpe della coscienza, e anche nei momenti più difficili non perdono mai lavoglia di lottare, come Goya, e qualcuno può riscattare i suoi errori pagando ampiamente il dazio ma conservando l'onore.
Chi si avvicina a questo film con l'idea di approfondire l'opera di Goya resterà deluso, non sono questi gli intenti (sui titoli di coda comunque appaiono parecchie opere del maestro,senza commenti), il pittore viene visto come l'animo sordo di corpo ma non di spirito, contraltare dell'egoista Lorenzo e del vuoto senso di potere della monarchia, tutta impegnata a notare gli autoritratti da mettere nei sontuosi palazzi e non a fermare la mano crudele dell'inquisizione. Questa analisi dettagliata sugli stili pittorici non c'è (tranne veloci cenni visivi alle composizioni delle acqueforti), ma invece abbiamo una ricostruzione sontuosa, grande lavoro fotografico, costumi ottimi, ma sopratutto una storia coinvolgente dall'inizio alla fine supportata da un trio di attori perfetto, che ci avvicina non solo alle opere in maniera fine a se stesse ma alle sensazioni che esse trasmettono.
Forse andro contro tendenza pero' ho visto un film interessante , che come metafora ha saputo bene mettere in evidenza dei modi di essere tipicamente umani nella loro espressione :
1)L'inquisizione giustificata dalla fede che pero' trova padre lorenzo che e' il primo ad non avere abbastanza fede da resistere alla tortura per Dio .
2)L'uomo napoleonico che derivando dal pensiero illuminista cerca di mettersi lui al posto di qualsiasi divinita .
3)L'uomo opportunista che prima e padre poi napoleonico che pero' alla fine unisce ai valori di salvaguardia della sua famiglia il non pentirsi di niente e preferire la morte a tutto .
Goya non mi sembra che faccia per niente la parte del rimbambito anzi mi sembra uno spettatore che comunque vuole tirar fuori il meglio possibile da una tragedia annunciata .