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Centochiodi

Opinioni presenti: 49
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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una commovente lezione di stile

(8/10) Voto 8di 10

Senza dubbio una vera e propria lezione di stile l'ultimo film del maestro Ermanno Olmi. Certo non è una pellicola alla portata di tutti: mancano infatti stupri, violenze edipiche ed effetti speciale...tutto quello insomma che ammalia lo spettatore che non ama pensare. Nel film di Olmi irrompe la natura che esiste nelle nostre campagne, poco fuori dalle grosse città: le rive del fiume Po portano alla riscoperta di una dimensione che sembrava perduta. Si tratta del mondo in cui il bel professorino di filosofia della religione, interpretato da un ottimo Raz Degan, giunge quasi per caso per poi scomparire senza lasciare traccia. Ma il regista il suo segno lo lascia indubbiamente, come già era accaduto per l'Albero degli zoccoli, capolavoro che certamente molti ricorderanno con nostalgia e con una certa commozione. In Centochiodi viene rievocato in un certo qual modo quello stesso mondo fatto di gesti semplici e di quotidiani stupori, di solidarietà umana e di amicizia, di una religiosità commovente che si esprime nelle gestualità della provincia nella provincia, lontana dagli orpelli pontifici e dalla cultura libresca. I libri secondo il professorino sono la causa dei mali del mondo: meglio eliminarli tutti, ritornare a una esistenza legata strettamente alla terra, alla madre che ha nutrito l'uomo di una volta, quella che ormai la maggior parte dell'Occidente pare avere dimenticato, affogato com'è nelle sue certezze e nel suo delirio di onnipotenza. E la chiesa è colpevole di questo delirio nello stesso modo in cui lo sono i libri, poiché non è stata in grado di ascoltare gli uomini ma ha saputo solamente imporre la sua voce. Si tratta della voce cupa e rauca del vecchio prete che ama più i libri che gli uomini. Vera matrigna quindi è la chiesa, che difronte a quelle che ritiene le azioni incomprensibili di certi uomini, per difendere se stessa non è in grado di fare altro se non tirare in ballo il solito giudizio universale. Ma saranno gli uomini i futuri imputati oppure dio stesso? Sarà dio che un giorno dovrà pagare per tutte le sofferenze che ha inflitto agli uomini. Del resto dio non è neppure stato capace di salvare il proprio figlio dalla crocifissione. Con questo pensiero il professorino manifesta la sua ribellione, la sua rivolta verso la gerarchia, che si esprime in un ritorno alla natura, ai piccoli eventi quotidiani: l'alba, il temporale, i pesci del fiume, il profumo del pane appena sfornato, un ballo con gli amici sulla riva del Po, un bicchiere di vino. La verità degli umili, quella con cui i libri non possono competere, viene espressa da Olmi anche grazie a una fotografia dal gusto squisitamente artigianale che colpisce l'occhio dello spettatore richiamandolo all'etica dell'ignoranza vissuta leopardianamente come termine di conquista e di felicità. Questo gusto artigianale, che a tratti ricorda le atmosfere felliniane di Amarcord, colpisce nel cuore. Lo consiglio a tutti, anche a coloro che si dedicano ormai solo al Grande fratello.



Luciano, 32 anni, Borgosesia (VC).




Ci voleva...

(8/10) Voto 8di 10

Ci voleva questo film..sicuramente fuori dagli schemi. Ci voleva in questo mondo fatto di persone che leggono...ripetono preghiere a memoria ma non si accorgono che la persona vicina sta male....in un mondo dove le persone sono convinte di seguire la fede migliore o quella giusta. Olmi ha fatto capire in questo film semplice che Dio (qualsiasi nome abbia) è tra le persone, tra le azioni...non neccessariamente in un luogo di culto. Bravo (Ook, anche molto bello) Raz e anche gli altri attori che hanno ben comunicato il significato di amicizia e amore tra le persone senza interesse ma solo per la gioia di stare insieme. La frase finale penso che molti di noi l'abbiano pronunciata...su questo Dio, a volte, incomprensibile.



Sabrina, 34 anni, Bresso (MI).




Realtà Poetica - Poesia Reale

(10/10) Voto 10di 10

Raramente un film mi ha toccato l'anima ed il cuore come questo film. Una poesia .... la fotografia ..... le espressioni dei volti seplici e puliti .... Lui che ha il coraggio di criticare e dire ciò che pensa anche se ciò che pensa sono pensieri pesanti per un popolo come il nostro; ma non dimentichiamoci che Olmi è un cattolico praticante, ricordato questo le frasi del "nuovo Cristo" fanno ancora più effetto. Struggente dall'inizio alla fine. Raz Degan veramnete bravo. Ermanno ci mancheranno i tuoi film poetici.



Sivia, 45 anni, Brugherio (MI).




Mea culpa sul banale

(6/10) Voto 6di 10

Può darsi che le idee abbiano necessità di esprimersi, e che quello che necessariamente deve passare è il messaggio della semplicità e dell'umanità come come quella di Cristo appunto. Può darsi che la metafora esiga chiarezza, e che quindi si spogli di elementi creativi per lasciare il posto alla banalità di un messaggio, che malgrado appunto la sua banalità, fatichi nel farsi strada. Puo' darsi che sia necessaria questa banalità per farci capire quanto infine si possa essere stupidi "e non stupiti" e indifferenti di fronte alla semplice umanità.



Maurizio, 38 anni, Cagliari (CA).




Non basta

(6/10) Voto 6di 10

L'ho guardato volentieri, ma tutto sommato non è che mi sia proprio piaciuto. Degan nella parte del buon Gesù non mi ha per niente affascinato, è solo un belloccio senza espressione, che quando parla fa davvero venire il latte alle ginocchia. Forse era così che Olmi lo voleva, ma proprio non mi è piaciuto, nè lui nè la storia, che in fin dei conti non ha nulla di memorabile. E non basta spendere "poche lire" per superare la sufficienza. Delusione.



Graziano, 25 anni, Cassano d'Adda (MI).





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