E' senza dubbio una boccata d'aria, nello scarno panorama dei cartoni animati in CGI, questo Monster House prodotto dai talentuosi Spielberg e Zemeckis.A metà strada tra cartoon e film, tra , questo gioiellino della Columbia, merita sicuramente di esser visto.Tecnica impeccabile e una virtuosa regia, tolgono forse un po' d'anima e spessore alla storia, che di per sè non è gran che e toppa qua e là lasciando il dubbio (per il linguaggio usato e d alcune sequenze), sull'età del pubblico a cui la pellicola dovrebbe essere diretta.Interessante però e Burtoniano, il segreto nascosto della casa, davvero geniale.Perciò, se avevate programmato di andare nella casa degli orrori di un luna park e vi è stato invece proposto il cinema, fatevi un giro su Monster House: un'ora e mezza di brivido e divertimento garantito.
iniziando con un omaggio a forrest gump , il film che ci apprestiamo a vedere utilizza questa scelta narrativa per farci conoscere sia il quartiere sia la logica di quanto avverra',risucchiando dentro il centro del terrore e del mistero anche la nostra piccola tragrettatrice ( una foglia...).Oltre che omaggio al produttore Zemeckis ( ce ne e'un altro su "Castaway"e il pallone compagno di Tom Hanks e altri a Spielberg) la nostra fogliolina diventa quindi la vittima , e ci si cala subito con un messaggio : si sta utilizzando il mezzo dell'animazione disegnata ma il film e' tutt'altro che infantile.
E nel proseguio infatti la cosa non si tradisce, infatti si vede il rapporto tra la baby sitter e il suo fidanzato sciroccato, i genitori che se ne vanno senza addii consolatori e stereotipati ,l'animazione della casa decisamente horror , il tema dei freaks,e delle insicurezze, un po' "Christine"un po' case maledette .E anche il rapporto tra i tre piccoli eroi e' molto conflittuale ,si vuole diventare il capo e decidere e ognuno agisce secondo piu' istinto che legge , dicendo " Siamo bambini , non possiamo fare diversamente...".
L'azione poi si dipana in maniera logica , senza sbavature di sceneggiatura e senza nessuna caduta di tono.
Un buonissimo film animato quindi ,dalla tecnica validissima che puo' soddisfare per la sua visione un pubblico di persone senza eta' , rispettoso di canoni senza distinzione.Raccomandazione : non alzatevi subito all'inizio dei titoli di coda perche' il film finisce dopo...
Partenza incerta, credevo di iniziare ad abituarmi all'animazione della Pixar, ma ecco l'ennesiama rivoluzione, la soluzione grafica Motion capture stravolge nuovamente il mondo dei film di animazione e rimette tutto in discussione. Esito? Spettacolare. Ormai non si riesce più a distinguere il cartone animato dalla pellicola con umani in carne ed ossa. La predizione di Roger Rabbit si sta avverando!
La resa gestuale e mimica degli attori di voce e pixel è disarmante e totalmente verisimile.
Per quanto riguarda la trama, non ci si può certo sciogliersi in profusioni di elogi, è un intreccio già scritto migliaia di volte, con un taccheggio di idee che ormai non entusiasmano più nessuno.
Se il rotocalco è logoro, dobbiamo puntualizzare, però, che mutuano abilmente le intenzioni: impeccabili l'immersione del punto di vista del regista nel mondo della fanciullezza (quella pubertà tanto declamata e sottolineata nel film che possiamo collocare tra i 9 e i 12 anni), la resa delle loro paure, le loro ossessioni, le loro abitudini, i loro passatempi (che troppo spesso gli adulti interpretano come deviazioni), il loro enorme bisogno di fiducia ed adeguata importanza!
Genitori assenti e menefreghisti, dolci e amorevoli solo a parole(quelli di DJ) o, peggio ancora, famiglie costruite sulla menzogna, nuclei familiari senza nessun senso dell'unità familiare (quella di Timballo) adolescenti sadici e privi di scrupoli nell'attuazione quotidiana di piccole e perpetrate violenze psicologiche (vedi babysitter e compagno), questi sono i veri bersagli della critica di G.Kenan, i veri "cattivi", ancora più temibili in quanto investiti di una parossistica normalità, ossia perché indossano maschere da "buoni".
Assolto con formula piena è invece il Sig.Nuttercracker, un mostro per necessità, ma assolutamente innocuo dietro l'apparenza rude e dispotica, finisce per rivelarsi l'unica reale vittima del sistema.
Non lo trovo affatto inadatto ai bambini, benché abbiamo la certezza che nessuno di loro potrà coglierne i significati allegorici: e forse è meglio così, perché quella è la sola ed unica componente orrorifica del film.
Per la perizia grafica, la caratterizzazione dei personaggi, il tutto sommato buon ritmo (rallentamenti troppo azzardati nell'ultima mezz'ora) e la freschezza della vicenda (ha un non so che di Burtoniano nel rivelare i mostri come non-mostri e viceversa) possiamo promuovere questo primo lungometraggio di Kenan con sufficienza piena; non oso arrivare a 7 dal momento che è assente una recitazione ed una fotografia, componenti fondamentali a mio avviso nella concezione di film. Ad ogni modo, molto gradevole ed immediato...