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Monster House
Una foglia rossa appena staccatasi da un ramo ci introduce nell'autunnale mondo di "Monster House". In un sobborgo americano come tanti vivono Dj e Timballo, due ragazzi dodicenni incerti tra gli svaghi dell'infanzia e quelli dell'adolescenza. Se Dj si sente già grande, Timballo non vorrebbe ancora abbandonare i suoi giochi, vorrebbe poter ancora fare "dolcetto o scherzetto" con il suo amico di sempre.
A distrarli dai problemi della pubertà ci penserà una casa misteriosa, un lugubre edificio fatiscente situato davanti alla casa di Dj. Lì il Signor Nebbercracker, un vecchio acido e dispotico, caccia via tutti i bambini e gli ruba i giochi che inavvertitamente capitano sul suo prato.
Ma proprio il giorno prima di Halloween, per cercare di recuperare un pallone da basket, Dj causa un malore al signor Nebbercracker, che viene portato via dall'ambulanza. L'allontanamento del suo padrone causerà un misterioso cambiamento nella casa che si animerà, mangiando tutti quelli che gli si avvicinano. I due ragazzi in compagnia di una nuova amica, Jenny, cercheranno di avvertire tutti del pericolo ma nessuno vorrà credergli.
"Monster House" è un divertente film di animazione che utilizza l'innovativo sistema di motion capture, sviluppato dalla Sony Pictures Imageworks, per rendere in maniera molto più realistica le espressioni e i gesti dei protagonisti. Dal punto di vista tecnico è un film impeccabile, gli ambienti, gli oggetti e soprattutto i personaggi sono resi benissimo.
Sorprende l'abilità del ventottenne regista Gil Kenan, al suo primo lungometraggio, la sua capacità nell'utilizzare le possibilità offerte dalla tecnica d'animazione, i suoi movimenti di "macchina", sono favolosi ed originali.
La storia, che ha sollevato forti critiche per l'aspetto troppo lugubre ed inquietante per un film destinato ad un pubblico di bambini, è molto bella, un ottimo mix tra commedia ed horror, infarcita di numerose citazioni cinefile, da Forrest Gump alla Guerra dei Mondi.
Una storia non banale dove si parla di bambini e del modo in cui vengono percepiti dagli adulti. Se la casa è l'elemento orrifico, il motore della storia, i veri mostri sembrano essere gli adulti: genitori distratti che lasciano soli i figli per strani appuntamenti col maestro di fitness o con babysitter scriteriate; adolescenti sadici, poliziotti superficiali o esaltati, che tirano fuori la pistola con troppa facilità. I tre ragazzi non solo non sono creduti, non sono proprio ascoltati, per tutto il film si ritrovano soli a combattere contro la casa.
Unico neo di "Monster House" è una seconda parte tirata troppo per le lunghe.
La frase: "Quella casa ha appena provato a mangiarmi".
Elisa Giulidori
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