Per i temi affrontati, il modo in cui essi sono sviluppati, l'atmosfera che si respira e la continua presenza di una certa 'Donna pericolosa', "Radio America" sembra il testamento cinematografico di Robert Altman, come se avesse presagito la sua imminente scomparsa.
Viene trattata con nostalgia, malinconia e rimpianto quella parte degli Stati Uniti impregnata di valori che stanno piano piano tristemente scomparendo; si parla di ricordi, rapporti interpersonali e soprattutto della continua presenza della morte. Tutto con stile e senza una minima punta di retorica.
Quello di Altman appare subito come un film elegante e d'altri tempi, quasi onirico e soprattutto corale. Tutti i numerosi personaggi, infatti, sono importantissimi e strettamente legati gli uni agli altri. Per questo non poteva che esserci un grandissimo cast, sicuramente eccellente e di ottimo livello. Tra tutti spiccano l'impeccabile e perfetta Meryl Streep che dimostra di avere ottime doti canore, così come il sorprendente Garrison Keillor nei panni di sé stesso. Ma ognuno degli attori riesce a dare il meglio.
La sceneggiatura è brillante e la regia ne esce fuori sicura ed accurata. Molto bella la fotografia ed essenziale è la scenografia. Il tutto riesce a far respirare allo spettatore atmosfere suggestive, divertenti e commoventi.
Sicuramente bella la colonna sonora, uno dei pezzi forti del film, con musiche coinvolgenti e canzoni trascinanti (belli anche i testi).
Un film semplice e lucido, ma delicato, appassionato, piacevole felice.
Devo dire che Altman mi ha saputo trascinare in un contesto che di solito è lontano da me: l'amore per il passato. I personaggi sanno di lasciare il locale dove hanno lavorato per molti anni, e Altman ce li fa vedere con la sola maestria che ha lui. Brava la Streep e i due cantanti country (Harrelson e Reilly).
Qualcuno può stancarsi a sentire le canzoni country che interromponon e/o fanno da sottofondo ai dialoghi, ma è proprio quella colonna sonora che ci fa capire che anche le cose che stai per lasciare possono rimanere nel tuo animo.
Complimenti Altman (r.i.p.)
Un'America alla quale non siamo abituati, lontana dagli stereotipi propinatici dai telefilm e dal recente cinema hollywoodiano. Un'America amara che sembra aver intrappreso la strada del tramonto. La fine di un'epoca, un addio alla propria storia per far spazio ... a un parcheggio appunto.
Qualcuno potrà dire "non ti piace questo film? allora sei da genere Vanzina". No, assolutamente. Guardo film di tutti i generi e i film alla Vanzina o i cinepanettoni non sono il mio genere. Tuttavia, questo film è di una lentezza e di una noia impressionanti. L'ultimo lavoro di Altman, peccato, a mio avviso tentativo fallito. Lo ricorderemo senz'altro per altre pellicole decisamente migliori. Questo film a mio avviso è veramente pessimo. Annoia dall'inizio alla fine, non ti lascia nulla, non trasmette nulla. Raramente metto 1, perché salvo sempre qualcosa nei film che guardo (e ne guardo davvero tanti...) ma qui non mi sento, in tutta sincerità, di arrivare al voto 2... Altrimenti, sarei ipocrita con me stesso.
Scusate ma chi era e come faceva i film Robert Altman ormai lo sappiamo da un bel po'!
E allora mi domando perché c'è che si sforzi di volerli vedere lo stesso per poi affibbiare dei voti bassissimi ad un genio.
Io adoro Altman e pensare che Radio America rimarrà il suo ultimo film, rende ancora più forte il senso di nostalgia per un mondo, per la verità molto americano, che non c'è più.
Il cast è di ottimo livello (anche se Lily Tomlin è poco espressiva causa troppo silicone in faccia) e come al solito la regia tiene insieme una recitazione corale davvero coinvolgente.
Meryl Streep finalmente ha smesso di fare la donnetta piagnucolosa (vedi anche Il diavolo veste Prada) e riesce ad essere straordinariamente espressiva anche quando canta.
Grazie mr. Altman.