I film del regista Jodorowsky sono enormi calderoni di suggestioni visive, poesia, romanticismo, utopia, cinismo, violenza e sangue. Jodorowsky ha una concezione personalissima del linguaggio cinematografico; il suo è un cinema che stordisce, scuote e incanta lo spettatore con carrellate di immagini di grande impatto emotivo. Cercare di ricostruire la trama di Santa Sangre e darle un senso logico sarebbe deleterio: troppo complessa e intrisa di simbolismi e allegorie. A tratti il film potrà apparire lento, forse farraginoso, ma è impossibile non rimanere rapiti dal fascino delle immagini e dalle atmosfere decadenti di una Città del Messico immersa nel degrado e nel caos. Anche in questa pellicola ricorre il tema dell’ossessione religiosa, unito ad una spiccata attitudine antiborghese, da sempre marchio di fabbrica di questo cineasta.
Un esperto Jodorowski confeziona un bel film dal genere poco definibile: thriller, horror, dramma? Bravissimo ed espressivo l'attore protagonista, maschera sofferente e decadente, in cui sembrano sublimarsi le oscurita' sottaciute di una Citta' del Messico mai stata tanto realistica,sincera e vibrante di suoni. Qualche difetto di sceneggiatura ne penalizza la fruibilita', ma l'impressione ultima e' quella di un film ragionato ed elegante.
Un viaggio delirante nella storia di un povero disadattato pazzoide che si trova alle prese col suo difficile passato e le sue allucinazioni. Anche se la narrazione non è delle più chiare ed i momenti "bizzarri" ne complicano la comprensione, questo film ha comunque molti spunti apprezzabili, tant'è che riesce a far passare la profonda drammaticità del soggetto come una creativa esperienza, curiosa e sperimentale. Alcune sue scene possono ricordare gli stili di Bigas Luna e Almodovar, altre dirottano decisamente sullo splatter da B-movie. Impossibile, se non altro per gli ambienti circensi, non pensare a Fellini. Incredibile la scena del funerale dell'elefante. Fantastico il finale.