A mio avviso questo film è stupendo, una grande prova per Favino,Santamaria e Stuart. Non è facile raccontare tanti hanni travagliati, e Placido ci è riuscito nel modo migliore.
Buon film ma non oltre il sette, troppa carne a cuocere alla fine qualcosa va in fumo. Ottima l'interpretazione di tutti gli attori, persino di s. Accorsi ma sopra tutti libano e il freddo, il primo qualcosa in +. Il film è il nostro passato, le cose in cui abbiamo creduto, le delusioni, le paure, e allafine ormai ti rendi conto che i grandi burattinai del pianeta avevano pianificato anche le nostre passioni. Ho 57 anni e ho vissuto tutto quel periodo e già da tempo ho capito che non c'è modo di opporsi ai piani planetari dei potenti della terra. Che tristezza... e in fondo, alla fine del film quei ragazzi che hanno pagato con la vita i loro errori, sono solo da compatire.
Il libro e' anche piu' bello: ha ragione chi lo ha osservato. Ma il film funziona. Anzi, funziona meglio nella versione non estesa; in quest'ultima ci sono alcune lungaggini e tentativi di spiegazione un po' tirati per i capelli. E' un pezzo di storia italiana romanzato, come dice il titolo. La vera banda della Magliana (si veda a confronto il film di Daniele Costantini, Fatti della banda della Magliana, piu' aderente agli eventi) era un'altra cosa. Qui c'e' anzitutto la storia di tre amici e del loro gruppo che vanno alla conquista criminale di Roma. Gli attori principali mi sembrano tutti bravi: Favino e Rossi Stuart forse meglio ancora di Santamaria. Senza dimenticare la Mouglalis, dark lady de noantri. Accorsi ha un ruolo impossibile e irrealistico: ma non e' lui il centro dell'azione.
Semmai si puo' obiettare che questa storia di amicizia virile che si sfilaccia, ma non si spezza mai del tutto, nell'intreccio con la politica occulta dei servizi segreti rischia (rischia?) di rendere simpatici e di raffigurare come eroi, attraverso attori affascinanti, un gruppo di spietati farabutti assassini: perche' tali erano nella realta' il Libano, il Freddo e il Dandi, quest'ultimo sepolto con tutti gli onori in una chiesa del centro di Roma alla quale aveva fatto (bonta' sua) delle donazioni. Ma in fondo questa e' l'Italia.
da vedere! Per chi come me ha vissuto quegli anni con gli occhi distratti e la mente altrove, immerso nell'indifferenza e nella tranquillità della provincia, vedere questo film à un po' come riconciliarsi con la propria coscienza. E allora provi per la prima volta dolore per quelle vittime innocenti, ma anche compassione per quei ragazzi cresciuti troppo in fretta, vittime anche loro di scelte sbagliate, ma non incapaci di amore e comunque dotati di una loro morale. E poco importa se Romanzo criminale assomiglia o è palesemnte ispirato ad un film di Scorsese, la differenza sostanziale è la credibiità e l'inserimento nella realtà romana di quegli anni, ed anche se può sembrare a tratti troppo cruento o eccessivo, negli occhi degli assassini non trovi mai l'indifferenza, ma una sorta di pietas: la morte come destino e l'esecutore come strumento.
Ho troppa stima nel regista per non rendermi conto che l'uso del parlato in presa diretta (poco nitida comunque) ed i dialoghi in un biascicato dialetto romanesco-popolare siano assolutamente funzionali alla credibilita' ed all'ambientazione del film. cio' pero esclude dalla precisa comprensione di atti e di concetti qualsiasi spettatore non-borgataro. infatti quando dopo un'ora e venti ho lasciato a meta' il film, altri spettatori erano gia' usciti. se avro' la voglia (ma non credo tutto sommato) di rivedere questa pellicola lo faro' in dvd usufruendo dei sottotitoli.