Sono una grande ammiratrice di Franco Battiato come musicista e una fedelissima spettatrice dei film di Alejandro Jodorowsky e lettrice dei suoi libri nonchè frequentatrice dei corsi di psicomagia e sciamanesimo tenuti dal figlio Cristobal. Questo film per me è una summa di tantissime informazioni, sensazioni, idee coltivate nel tempo per cui quello che ha saputo trasmettermi può essere scisso dalla semplice analisi filmica secondo i parametri comunemente considerati dalla critica cinematografica. In un festival come quello di quest'anno, dove la forma sembra essere ormai più importante e valutata di quello che si può definire messaggio, mi sembra molto stupida una presa di posizione assolutamente negativa com'è quella della maggioranza. A me il film è piaciuto molto, ma ritengo fondamentale ciò che ho letto, ascoltato e metabolizzato. Secondo il mio punto di vista, una critica non può essere totalmente negativa se non si conoscono i presupposti e la preparazione che stanno dietro ad un film. Chi segue Battiato come musicista non può aspettarsi una sceneggiatura semplice e diretta, ma non può nemmeno accusarlo di 'scopiazzature' gratuite, così come la scelta di Alejandro come attore è assolutamente coerente con il percorso di ricerca mistica che entrambi hanno seguito (a tal proposito consiglio vivamente la lettura di 'La danza della realtà', sicuramente poi tutto risulterà molto più chiaro!).
Cercherò di essere breve.
io sono autenticamente devota al maestro, lo ascolto e seguo da anni e la sua musica credo di comprenderla (secondo un mio livello di conoscenza e che coincida con il suo non ha importanza).
musikanten l'ho trovato semplicemente brutto sul piano estetico.
ma le decisioni circa la ripresa amatoriale non voglio e discuterle.
i contenuti del film non sono chiaramente per un pubblico vasto.
con questo non voglio assolutamente affermare che sia solo per una ristretta cerchia di intellettuali ma per coloro i quali si interessano all'esoterismo o i curiosi che accettano qualunque cosa, sperimentatori.
jodorowsky l'ho trovato superlativo, non trovo esasperata la sua interpretazione, affatto.
sonia bergamasco è indiscutibilmente un'attrice con la a maiuscola ma l'ho trovata poco adatta per questo ruolo.
sono perciò imbarazzata e darei un voto bassissimo se non si trattasse di battiato.
ma si tratta di battiato, questo, per me, è una sorta di garanzia.
c'è della buona fede in questo brutto film.
Premetto che fino a ieri sera non conoscevo il Battiato regista, ma solo quello, grandissimo, delle canzoni. Detto questo, il film è come la sua musica, vive di momenti e situazioni. Alcuni stacchi sono molto belli, il bravo Jodorowsky rende l'idea dell'artista tormentato e geniale. Ma il film si riduce a questo. Chiamare "movimenti" tre parti completamente sbilanciate sa tanto di comunicato stampa. La regia non è cattiva, a mancare è la sceneggiatura. Il secondo - perdonate - "movimento" è gradevole come spettacolo, prodotto di evasione, insomma, come film. Non ha però un prima, nè un dopo. Il primo e il terzo sono infatti utili solo a chi vuole aprire uno squarcio nella mente (complessa) di Battiato. Il problema, a questo punto, è avere voglia di farlo.
Come ha già scritto qualcuno, film e canzoni sono due cose differenti. Qual è la differenza tra radio e televisione? La radio lascia campo libero all'immaginazione, la televisione no. Nel cinema, come nella televisione, se affermi un concetto devi esprimerlo. Battiato non lo fa.
Il prossimo film andrò a vederlo per curiosità nei confronti dell'artista artista poliedrico, capace di cimentarsi con diversi generi, ma certo non guarderò di nuovo questo per capirlo. In fondo, sono convinto che faccia bene anche a lui. Sufficienza d'ufficio.
Un film ambizioso e pretenzioso realizzato da uno straordinario cantautore. Il primo movimento che caratterizza il film è pessimo, il secondo accettabile, il terzo interessante, ma di difficile comprensione. Un film lento; gli attori si impegnano, ma non riescono a dare spessore al film...
Innanzitutto il messaggio e il piano semantico. La figura di Beethoven "moralizzatore", contro l'italianismo godereccio rossiniano, contrapposizione già sublimata in "Arancia meccanica", culminerebbe nella creazione "morale" di un "partito democratico mondiale", capace di "accedere all'assoluto"? La conclusione certamente delude.
Poi. L'idea di un rigore nella forza universale cosmogonica, manifestantesi attraverso la musica nella capacità ascetica del nostro amato Ludovico Van suscita certo interesse. Ma la mancanza di controllo della macchina da presa, che è mancanza di rigore artistico, ha creato in me confusione e fraintendimento tra contenuto e forma.
L'esperimento (questo mi è sembrato), è comunque interessante per le sue ambizioni, e il personaggio di Beethoven interpretato da Jodorowski vale la visione.
Trailer italiano (it) per Adesso vinco io - Marcello Lippi (2024), un film di Simone Herbert Paragnani, Paolo Geremei con Marcello Lippi, Gianluigi Buffon, Alessandro Del Piero.
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