Musikanten
Marta (Sonia Bergamasco) e Nicola (Fabrizio Gifuni) sono gli autori di un programma televisivo di successo che parla di musici girovaghi e non: Musikanten. Il loro ulteriore progetto, che viene accettato non senza resistenze dal direttore di rete della emittente per la quale Marta e Nicola lavorano si chiama L'Altrove. Si tratta di un programma che vuole esplorare la personalità di alcuni pensatori "eversivi" che nelle loro ricerche mescolano metodologie inconciliabili: misticismo, psicologia, filosofia e scienze esatte. Durante le loro ricerche incontrano un professore in grado di fare regredire un soggetto nel passato, usando mantra di origine indiana ed un armonium. Allora Marta regredisce nel passato lontano rivivendo gli ultimi anni di Beethoven (Alexandro Jodorowsky) nei panni di un principe suo confidente.

Il film, la cui sceneggiatura è stata scritta a quattro mani da Franco Battiato e Manlio Sgalambro ha una struttura tripartita, le cui unità sono definite dallo stesso musicista siciliano come "movimenti". Nel primo movimento vediamo i personaggi nel loro ambiente quotidiano, nel secondo movimento assistiamo alla regressione di Marta, in una sorta di micro biografia per aneddoti della fase finale della vita di Beethoven, mentre nel terzo movimento assistiamo ad un clamoroso rivolgimento planetario. Il film si caratterizza per le atmosfere musicali, intese come strumento per liberarsi dai legacci di tempo e spazio e per poter viaggiare oltre le possibilità corporee. Il secondo movimento è del resto un omaggio al grande Luwdig Van Beethoven, di cui sono raccontati alcuni episodi (alcuni sono piuttosto noti) senza fare riferimento a luoghi, date o persone. Beethoven è rappresentato come un personaggio burbero e brusco, intollerante verso molte persone che lo circondano e sofferente per la sua mutilazione auditiva proprio perché musicista. La recitazione di Jodorowsky (il noto regista cileno) è istrionica ed esasperata, al limite del parossismo. Del resto chi ama la musica di Battiato potrà riconoscere nel primo movimento in particolare motivi ed impressioni frequenti nella sua opera (si pensi ai dervisci rotanti).

Purtroppo però i personaggi si abbandonano spesso a considerazioni sull'attualità o a speculazioni filosofiche di basso rango che appesantiscono la pellicola senza fornire autentici spunti di riflessione. Anche il tipo di recitazione scelto per il personaggio Beethoven non rende un buon servizio al "generale dei Musikanten". Il film non ha avuto una buona accoglienza al festival di Venezia (sezione Orizzonti). Di solito si dice che solo un poeta è in grado di tradurre un altro poeta, perché possiede la sensibilità e la tecnica per riportare nella propria lingua le parole di un fratello spirituale di un altro paese e di un altro tempo. Questo non è probabilmente vero dei musicisti.

La frase: "I musicisti andavano di villaggio in villaggio a portare la buona novella musicale".

Mauro Corso

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