Un film che non si può rinunciare a vedere . In particolare l'episodio della lotta fra cani assolutamente intenso anche se violento. Da seguire attentamente per non perdersi tra un collegamento e l'altro tra un flashback e l'altro.
Sintesi: storia incrociata di cani. E dei loro padroni. Ambientata in Argentina (o Messico?). Tutto parte da un bel cagnone di una famiglia disperata e di periferia: il suddetto cagnone, a insaputa di tutti (sua compresa), si scopre cattivissimo, se gli gira. Il padrone decide di sfruttarlo per i combattimenti clandestini. Sulla scena apparirà anche un piccolo barboncino e la sua padrona-modella-bella, che cade in depressione e in disgrazia perché, ad una tratto, ‘sto barboncino sparisce sotto un pavimento. Un padre, ex militante politico combattente, non ha il coraggio di dire alla figlia che non è morto. Non riuscirà a farlo ma si riscatterà, a suo modo (ovviamente con l’aiuto di un centinaio di cani).
Giudizio: 7-. Film alla Quintino Tarantino, con storie e scene incrociate. Forte ispirazione alla “cruda realtà” (si dice così?). Forse il film è un po’ troppo lungo (quasi 2 ore e ¼) ma sorprende sapere che ‘sti sudamericani cominciano a sfornare buoni cineasti oltre che buoni (?) scrittori.
Consigliato a: giovani coppie con il videoregistratore, possibilmente il venerdì sera.
Siccome vuole essere un film molto duro, basato sulle storie incrociate di diversi protagonisti, tutti alle prese, in un modo o nell'altro, con i drammi della megalopoli (che interessano trasversalmente diversi gli strati sociali e generazioni) il risultato non è male; grazie anche all'espediente (non nuovissimo) della sceneggiatura in stile "Pulp fiction" costituita da salti temporali e singole situazioni proposte più volte da diversi punti di vista. In effetti ritmo ed intensità sono buoni per tre quarti di film, durante i quali gli eventi si snodano con fluidità e gli attori rispondono con convincente intensità, mentre purtroppo il finale scade in una coda vagamente strappalcrime che si trascina fino ai titoli di coda. Comunque si lascia guardare.
Fino all'estremo, tanto che in tutta sincerità lascia un amaro in bocca e ancora oggi non riesco a capire se mi è piaciuto o no! il film sicuramente è girato in maniera buona e i dialoghi sono straordinariamente grezzi come la vita reale in quelle situazioni... su tutto però mi ha lasciato molto perplesso la figura del killer-barbone, che in tutta sincerità non sono riuscito ad analizzare a fondo e alla fine mi è risultato il personaggio più debole e peggiore dell'intero film... al contrario dei primi 2 "capitoli" che sono estremamente belli! in conclusione un buon film con qualche stonatura, sicuramente da consigliare a chi ha amato pulp fiction (più "ironico") e 21 grammi (drammatico tanto quanto questo!).......