Cult movie che ha ispirato fumettisti, registi e artisti, imperdibile per qualsiasi appassionato di horror. Effetti speciali datati ma grande tensione e "atmosfera" per tutto il film, per la prima volta vengono mostrati gli ormai leggendari supplizianti.
per essere un horror di quasi 25 anni fa, fa la sua figura e anche gli effetti speciali "d' epoca" colpiscono (ben fatto anche il make-up dei cenobiti); trama abbastanza interessante, anche se si è puntato secondo me troppo sulla storia tra frank e julie (piccolo appunto: anche a me è venuto in mente il meccanismo di rigenerazione utilizzato ne "la mummia", palesemente copiato da questo film) che occupa praticamente 3/4 di film; avrei preferito vedere una trama meglio bilanciata poichè i cenobiti (2° appunto: grazie al celebre "pinhead" ho scoperto questo film) e la dimensione infernale ricoprono in pratica un ruolo quasi marginale e tra l' altro viene spiegato pochissimo della loro origine, del cubo, ecc; indubbiamente è un buon film, ma a mio avviso poteva essere ancora più grande; sicuramente un limite sarà stato il budget, in ogni caso la sola idea di fondo della dimensione della sofferenza e dell' "invenzione" di pinhead e dei cenobiti fanno guadagnare tantissimi punti a questa pellicola visionaria e disturbante e la consegnano di diritto all' olimpo del genere horror; però ripeto sulla trama qualcosina si poteva fare di più; avrei probabilmente lasciato anche 9, se mi avesse totalmente convinto; il voto è però 7,5/8
Molto bello questo capostipite di una delle saghe horror più belle ed inquietanti della storia del cinema.
Il grande Pinhead nn si vede molto spesso nel film; un all'inizio, a metà e poi l'ultima mezz'ora di film, ma la suspance è altissima.
Io per ora più di tutti preferisco il terzo episodio però.
A me i giovani registi horror degli anni ’90, da M. Night Shyamalan (Il Sesto Senso) ad Alejandro Amenabar (The Others) fino a Hideo Nakata e Gore Verbinski (The Ring, originale e remake), ricordano quegli arroganti artisti concettuali che, non sapendo disegnare, nascondono la loro incapacità trattando con spocchia i realisti-figurativi, dicendo che a contare davvero sono il pensiero, l’emozione, il segnetto astratto che esprime ciò che hai nel cuoricino…Tutti infatti giocano a fare i nuovi Hitchcock in grado di spaventare solo con l’atmosfera, i rumori di sottofondo eccetera, insomma più con la suspance che con la paura, ma la realtà è che nessuno di loro ha la fantasia visionaria (e –diciamocelo- il coraggio) per fare un vero horror pieno di budella e risatacce per ragazzacci come si faceva negli anni ’80 (avete mai sentito parlare di Raimi, Romero, Hooper, Carpenter, Craven, Yuzna & Gordon?), e tutto si riduce a thrillerini adolescenziali con pochissimo sangue e zero divertimento. Tra i migliori esempi di quella formidabile epoca c’è questo film: un pervertito compra una scatola a incastro in grado di aprire le porte dell’inferno e viene fatto a pezzi dai Supplizianti, demoni o angeli impazziti che provano piacere nel dolore estremo. La sua anima riesce però a tornare sulla terra, e la sua cognata-amante gli procurerà delle vittime per costruirsi un corpo nuovo. È stato il primo film di Clive Barker, lo scrittore inglese ritenuto l’erede di Stephen King, ma con in più una cattiveria morbosa e senza morale che gli permette di esplorare a fondo (grazie anche a trucchi ancora oggi spettacolari) temi inquietanti come l’inferno, il sadomasochismo, e l’attrazione-repulsione per la carne in disfacimento. Mitico il make-up di Pinhead, il capo dei Supplizianti, entrato nell’immaginario collettivo quasi quanto quello di Freddy Krueger. Peccato sia disponibile in dvd solo in cofanetto con i due pessimi sequel.