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Lei mi odia

Opinioni presenti: 18
Media Voto: Media Voto: 5 (5/10)

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Molto bello

(10/10) Voto 10di 10

Questo film mi è piaciuto molto...parte lento ma poi ti sorprende di continuo.questo film si merita un 8 ma dò 10 per alzare la media.



Luigi, 28 anni, Diamante.




Trailer e titolo-depistaggio

(9/10) Voto 9di 10

Ho aspettato parecchio tempo prima di vedermi questo film, pressato dai dissensi delle persone che continuavano a ripetermi che fosse orrendo. spinto dalla stima verso un regista geniale e controcorrente quale spike lee, ho finalmente affittato il film. ebbene, sin dalla presentazione dei titoli, si capiva che era una pellicola particolarmente apprezzabile. l'inizio poi, faceva presagire a grandi tematiche, ottimi personaggi e storie complesse. insomma, molto più del semplice titolo dato: "lei mi odia" (per fortuna questa volta titolo non dato dal nostro paese ma proprio da spike lee: "she hates me"). ricordando il trailer che veniva fatto della pellicola, il depistaggio da un movie di qualità a un film banale e semplicemente comico, risulta evidente. ci chiediamo ancora una volta a quale pro vengono fatte certe campagne. non conveniva forse parlare dello scandalo di un industria farmaceutica che pur di trarre profitto per pochi individui rimanda il famigerato vaccino per l'aids che salverebbe 200milioni di persone? non era meglio parlare del duro attacco alla mancanza di eticità degli stati uniti d'america? non era preferibile mostrare gli attacchi agli scandali politici, del watergate, e dell'abuso del potere? senza parlare poi della narrazione di un processo che vede un uomo schiacciato da disonesti truffatori solo perché potenti economicamente (altro che "la legge è uguale per tutti!"). e in tutto questo, viene collocata con leggerezza la vicenda di john armstrong detto "jack", che per far fronte al congelamente dei suoi averi si affida, tramite la sua ex-ragazza (promessa in sposa tempo orsono), alla procreazione reale di lesbiche che vogliano un figlio! garantisce la ex-ragazza su doti e qualità del suo ex-uomo. ma alla fine comunque, questa vicenda, che ripeto è comica e leggera nel film, mostra comunque grosse riflessioni di etica, e si pone dei quesiti reali come: "perché non congelare semi di grandi uomini in modo tale da avere ancora la loro stirpe?". quesiti di un'america gonfia di contraddizioni e speranze, ipocrisie e opportunità, e tanta ingiustizia. il risultato? un film che può essere giudicato un capolavoro nei suoi 2ore e 10, ma certamente il rischio è quello di aver voluto tirare troppe freccette sul centro di un unico contrassegno. f. a.



Federico, 22 anni, Roma.




Stupendo, hai fatto la cosa giusta

(8/10) Voto 8di 10

film lucido, attualissimo, divertente, fuori dagli schemi, infatti non è piaciuto ai maschi bigotti(soprattutto!) , spaventati per i temi trattati (omosessualità, procreazione). Il mondo cambia e i vecchi ruoli padre-madre si ridefiniscono, che lo si voglia o no esistono nuove realtà e Spike ha il coraggio di raccontarle con ironia e intelligenza. Parecchi i riferimenti ironici al rap (c'è anche il rapper Q-tip che, significativamente è un eiaculatore precoce,l'antitesi del macho-rapper 50-cent), alla realtà politica usa (scandali presidenziali, corsa al potere, il Dio denaro e le multinazionali, Bush sul biglietto da tre dollari), citazioni di altri film (il padrino, con turturro mafioso che disserta sulla versione libro e quella cinematografica..). Insomma tanti riferimenti intertestuali, una bella fotografia e, Monica Bellucci a parte (direi fuori parte e impacciata), un cast superlativo (le due lesbiche in particolare). Spike ancora una volta hai fatto "The Right Thing"



Michele polleggioni, 31 anni, Ortona (CH).




"La Parabola di Lee"

(7/10) Voto 7di 10

Spike lee, il regista afroamericano più impegnato e “controverso” dagli anni ’80 a oggi, basandosi su tre principali argomenti: le multinazionali americane, il mondo dell’economia e il lesbismo, partorisce un’agrodolce commedia drammatica presentata fuori concorso alla 61a mostra internazionale d’arte cinematografica di venezia, che è stata (ingiustamente) snobbata dalla gran parte della critica statunitense ed europea, ricevendo, come se non bastasse, innumerevoli proteste da parte di numerosi gruppi lesbici. protagonista della vicenda è jack armstrong, interpretato da un ottimo anthony mackie, un giovane vice-direttore di una multinazionale farmaceutica, che, dopo aver scoperto e denunciato delle attività losche all’interno dell’azienda per mano di alcuni membri, viene licenziato e il suo conto in banca viene letteralmente “congelato”. un giorno, però, si presenta alla sua porta la sua ex fidanzata fatima(kerry washington), divenuta nel frattempo lesbica, con la sua nuova compagna, che, in cambio di 5.000 $, gli propone di ingravidarle. dopo una leggera titubanza, jack accetta, e da quel momento, ogni sera decine di lesbiche desiderose di avere figli, si presentano a casa sua, e, in cambio di ingenti somme di denaro (10.000 $ a testa), avranno ciò che desiderano… quella di lee, è una struggente e difficile parabola sulla sessualità afroamericana, che, nel contempo, rivolge graffianti critiche sull’america, (ri)confermando nuovamente il messaggio che, col sesso, si fanno più soldi di quanti ne possa fare un vice-presidente di un azienda farmaceutica. in “lei mi odia”, il cui titolo, come in ogni film di spike lee, viene “spiegato” in un piano sequenza a metà film, è presente inoltre, una certa dose di satira, rappresentata in modo estremamente “fumettistico” tramite degli spermatozoi sotto forma di “cartoon” che vanno a colpire il bersaglio, e forse è questo il solo messaggio che traspare dalle critiche negative rivolte all’opera di lee, invece, non è affatto così. nella pellicola, si possono trovare diversi riferimenti al famoso “scandalo watergate” del ’72, sul quale viene fatta una discussione in tribunale tra il protagonista e il giudice sulla parte conclusiva, e mediante questa parentesi (e non solo), ci accorgiamo che “i cattivi, i veri cattivi”, sono altri, e che spesso, troppo spesso, la verità viene offuscata dalla menzogna, e secondo lee, è proprio su questo che si basa lo stile di vita americano dell’era del consumismo. io credo che il film di lee sia estremamente interessante e colmo di argomenti di dibattito, e l’aspetto che forse mi ha maggiormente incuriosito di questa pellicola, è che i tempi, piuttosto scottanti, presi in esame dal regista, vengono trattati in modo grottesco, insolito, quasi disimpegnato, riducendo la stessa “parabola della vita” ad una sorta di completo paradosso, e lo confermano sequenze come quella dell’arresto di jack perché ritenuto colpevole di attività mafiose. che dire? la vita ci odia, e noi odiamo lei.



Francesco, 15 anni, Merate (LC).




Péiacevole

(7/10) Voto 7di 10

Storia carina, un po' diversa dal solito (che non guasta). Film scorrevole.



Edo, 27 anni, Pisa.





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