Sconvolgente , delicato, tenero, un film di grande spessore sociale raccontato con un tocco da maestro. Tutti dovrebbero vederlo con calma e trarre stimoli di riflessione.
specialmente coloro che dicono di trovarlo "lento" ma che vuol dire? ho la sensazione che questo giudizio ricorrente sia dato da quelli che trovano "veloce" un film di Varzina.
Trovo questo film decisamente realistico, riguardo alla vita di tutti i giorni di queste popolazioni. Mi ha affascinato la protagonista che riesce a districarsi fra le discriminazioni che invadono tutto il medio-oriente. Mi ha colpito anche il suo coraggio nell' essere più trasgressiva, e ad aspirare a così grandi sogni, in un paese così privo di possibilità e pieno di razzismo verso le donne.
Un buon film, pieno di metafore e denuncie verso una società che come mentalità è rimasta chiusa nel proprio guscio da secoli, senza mai risucire a venirne fuori... tremendo in certe situazioni (tipo il finale), ma reale quanto la vita che noi gente agiata non riusciamo neanche ad immaginare! averne di film tanto crudi e culturalmente aperti... bisogna avere occhi tapezzati di lamina per non riuscire a vedere significati in questa pellicola, o, peggio, avere cultura pari a 0!!!!!! guardacaso proprio verso questo si scaglia in maniera più decisa il film, verso la non-cultura che sta rovinando interi popoli.............
Film spietato e bellissimo, oltre che meraviglioso documentario sulla situazione della gente di kabul. mi sono commossa per l'ingenuità della protagonista, per quelle scarpe bianche simbolo di un sogno e di una fuga impossibile dalla triste realtà dell'ignoranza. mi sono indignata di fronte un mondo ( che è anche il nostro, permettetemi!)che per paura relega le donne a ruoli invisibili. farsi vedere, farsi sentire, è la lotta delle afghane, è la lotta di tutte. ve lo dico da donna: io ho pianto.