Il libro "doppio sogno" è bello, ma il film "eyes wide shut" è stupendo.le feste proibite che danno l'idea di essere in una sorta di logga massonica privilegiata ti prendono il cuore e te lo affascinano in maniera disarmante, le strade e i locali di new york sono visti in maniera cupa ma allo stesso momento intrigante.io reputo questo film geniale e inquietante per la sua bellezza
L'atmosfera del film di kubrik lascia noi tutti intontiti, chi lo ha capito dino in fondo?
Ogni persona attribuisce a questo film significati diversi, come fosse una poesia del Leopardi.Ma è veramente tutto un sogno o tutto realtà?
Resterà un mistero codificare in un senso compiuto questo film, resta da dire che le emozioni sono intense e affascinani.
Ho in bocca il sapore della gioia per aver partecipato ad una opera a dir poco (ci vuole un neoloigismo!) completa.
avevo paura di vederlo , temendo una caduta della ammirazione di kubrik.ora temo che passeranno molti anni prima di poter vedere un'altro opra d'arte. in tutte le opinioni non ho trovato qualchuno che si sia soffermato sul prondo senso dell'ultima parola detta dalla kidman: scopare. kubrik ha pescato nel "basso materiale " di medievale memoria quando il sesso non spaventava perchè assicurava la continuità della specie: vedo in questo finale il grido dell'uomo che teme di perdersi, di sparire, e chiede all'umanità di riprodurre la specie , dedicando l'ultima scena a una femmina-utero.
se tutti le altre opere maestre del maestro erano sinfonia, eyes wide shut e spartacus, son due pezzi di musica da camera, senza presunzione di specie, per intenditori.
francesco, 59 anni, genova novembre 2003
Un film d’amore raccontato da un maestro? Un raccontino che si basa su un sogno “completato” in modo geometrico ed universale?
Il testamento spirituale di un regista che ha segnato una pietra miliare in tutti i “generi”?
Occhi spalancati o chiusi? E su che cosa, sul sogno o sulla realtà dell’amore?
Il film è stato studiato e sezionato in mille modi ma perché non osservarlo nella sua semplicità di una semplice storia d’amore che incontra sulla sua strada il mondo, la vita, il sogno?
I due si amano tra loro e nel rapporto con la figlia, lo si vede sin dall’inizio, nel modo sereno di condurre la propria vita e alla festa, quando sia lui che lei rifiutano due occasioni per due occasionali scappatelle. Tutto sembra procedere bene fino a quando lei racconta il suo “sogno” con l’ufficiale. In Bill scatta allora una molla, la più classica in una storia d’amore, la gelosia.
Lui vuole a tutti i costi rendere la pariglia alla moglie che lo ha tradito, sia pure con il pensiero.
E si mette alla ricerca, involontaria, il bacio della figlia del morto, o volontaria, la prostituta o la festa diabolica, poco importa: sono tutti tentativi, incompiuti per caso o falliti per scelta, di “vendicarsi” della moglie.
Il racconto di Kubrick è magistrale per gli ambienti, la villa misteriosa, le case da sogno e il contrasto con quella della prostituta, il negozio dei vestiti a prestito e l’obitorio, ma anche per le luci, i primi piani, la musica, il film ti prende come un racconto giallo, ma sullo sfondo c’è sempre il Natale, festa tradizionale e universale della famiglia: non a caso il film si apre e si chiude in una festa di Natale ed in un negozio di giocattoli. Perché mai, la madre dedicherebbe tutto il suo tempo a seguire la figlia nei compiti, mentre il marito tenta di giustificare, anzitutto a se stesso, le sue uscite notturne?
Torniamo ai tentativi falliti, per caso o per scelta, di tradire la moglie. A quanti di voi non è successo di pensare al primo amore, all’incontro di una persona simpatica ad una festa o in ufficio o comunque ad una occasione di “relazione” con gli altri, per essere liberi dal proprio legame. Quanti di voi hanno deciso di tenere gli occhi aperti o chiusi?
Il perfezionismo di Stanley Kubrik trova qui, in Eyes Wide Shut, la risposta visiva e sonora a quelle che erano le sue aspirazioni artistiche ed estetiche. Monologo di Nikole Kidman superbo. Kubrik entra nel nostro animo e tocca le vere paure dell'essere umano: la morte, il timore che tutto sia finzione, l'angoscia della perdita.
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