A distanza di 13 anni dall'uscita in sala, "X-men", di Bryan Singer, regge ancora bene. E' solo un prologo alla vera saga, ma i personaggi principali ci sono tutti. Evitato l'umorismo stupido alla Batman di Joel Schumacher, per un serio realismo alla Richard Donner di "Supermam 1", che qui è produttore. Bryan Singer si butta nei cine-fumetti e cade in piedi, facendo nascere una star: Hugh Jackman, alias Wolverine, il mutante artigliato. Patrick Stewart e Ian Mc Kellan, nei ruoli del professor Xavier e di Magneto, sono ottimi come amici-rivali. Se Hugh Jackson pareva troppo alto per essere il Wolverine dei fumetti, Famke Janssen pareva troppo vecchia per il ruolo di Jean Grey, invece, ha smentito tutti, interpretando una Marvel Woman indimenticabile. Troppo in secondo piano la Tempesta di Halle Barry, che, ai tempi, non aveva ancora vinto ancora l'Oscar. La Mystica di Rebecca Romjin, in versione puffo acrobata incavolato, ha il suo perché, ma preferisco la sua versione cartacea e cartoonica, con i vestiti e gli stivali col tacco alto. L'attore che fa Ciclope è insipido, funziona solo come findanzato-cornuto di Jean Grey. Decorativi i perfidi Toad e Sabretooth, che dicono e fanno molto poco. Il personaggio di Rogue, solitamente action, viene riscritto per la dolce Anna Paquin, diventando quindi vittima del cattivo e non eroina. Buona l'idea della scuola per i giovani mutanti, nei fumetti solo ristretta ai membri dell'x-gruppo di supereroi, non sempre adolescenti, ma uomini fatti. Otto.