Bello, romantico, straordinariamente malinconico.
Avati è un grande per come sa far rivivere in ciascuno di noi il ricordo, il profumo della notte di Natale in un'atmosfera carica di cinismo e cattiveria e così lontana dalla mangiatonia di Betlemme.
Pupi Avati 18 anni dopo ci riprova e riporta al tavolo verde Diego Abatantuomo e Carlo Delle Piane in una notte di Natale, uniti dal ricordo di una partita memorabile svolta proprio 18 anni prima in una villa di campagna e sugli schermi cinematografici in “Regalo di Natale”. In quell’occasione Franco Mattioli, alias Diego Abatantuomo, proprietario di una sala cinematografica a Milano sperava di risolvere un suo gravissimo problema economico attraverso una partita a poker giocata con il classico pollo da spennare, il sedicente avvocato Antonio Santelia. In realtà è l’avvocato, interpretato da un eccezionale Carlo Delle Piane (Coppa Volpi miglior attore al Festival di Venezia), a lasciare completamente a terra un giovane e cicciotello Abatantuomo, (che con questo film ha il meritato riscatto come interprete dopo anni di “ecceziunale veramente”) con una sconfitta di proporzioni disastrose. Il desiderio di riscossa arriva con molto ritardo ma nessuno ha dimenticato, né i giocatori, né gli spettatori e neppure il regista Pupi Avati che in “La rivincita di Natale” costruisce un credibile seguito al gioiellino di tanti anni prima.
Il desiderio di vendetta e l’ossessione di una rivincita sono i sentimenti che muovono Franco, portandolo a ricercare “l’avvocato” e gli altri contendenti per una nuova sfida a poker. Così Franco, Ugo, Lele e Stefano si ritrovano in una lussuosa villa alla periferia di Bologna per trascorrere una fatidica nottata di gioco.
Non vi diremo come va a finire, se Franco riuscirà a rifarsi della passata sconfitta o rimarrà nuovamente gabbato e tradito, vi diremo solo che non mancano intrighi, doppi giochi e piccoli colpi di scena. Lasciando ampio spazio al tavolo verde il copione ricalca il precedente, con una importante variante, stavolta entra in gioco anche il gentil sesso.
Nato dal desiderio di Alessandro Haber e Gianni Cavina di dare un seguito a quella avvincente partita a poker di tanti anni prima, il progetto di una “rivincita di Natale” ha trovato ben presto il sostegno degli altri interpreti ed alla fine anche di un restio Pupi Avati, che ha dichiarato di averci riflettuto a lungo prima di buttarsi nell’impresa : “…mi rendevo conto che il ricordo molto positivo che “Regalo di Natale” aveva lasciato in chi l’aveva visto sarebbe stato compromesso da un seguito che non fosse stato all’altezza” ha dichiarato il regista bolognese.
L’operazione nostalgia, supportata da spezzoni del film del 1986 riesce a metà, il film è gradevole e scorre lieve, purtroppo come una partita senza posta, distraendo ma non riuscendo ad appassionare. Ad entusiasmare ci pensa Carlo Delle Piane, con un’interpretazione caratterizzante ma soft che evita ogni gigioneria, meno convinto e convincente il pur sempre bravo Diego Abatantuomo, prigioniero di un ruolo Alessandro Haber.
Dopo l'amerezza che mi trasmise il pur molto bello "regalo di natale" dovuta alla carognata che subì il personaggio interpretato da diego abbadantuono, finalmente il riscatto dell'"avvocato", che molto intelligente e scaltro ha capito il gioco losco e si è prestato egregiamente per la grande vendetta.
Molto bello, l'ho visto l'anno scroso di questi tempi, lo rivredò nei prossimi giorni.
Ottima la trama, originale il finale, direi superlative le interpretazioni di Diego Abbatantuono e Carlo Delle Piane.
Pur avendolo visto molti anni fa il ricordo di “Regalo di Natale” è sempre rimasto presente nella mia memoria, un gioiellino, splendidamente recitato (con uno straordinario Carlo Delle Piane sopra tutti). Vedendo questo sequel (ma è proprio necessario dare sempre un seguito ad un bel film??? Mah...) viene da chiedersi che fine abbia fatto la tensione che caratterizzava l’originale, quella tensione che ti teneva inchiodato al tavolo da gioco in una sofferenza quasi fisica fino al drammatico epilogo. In questo seguito della presunta ossessione di Franco, per la partita persa quindici anni prima non ci sono che flebili tracce, tutto sommato neppure sufficienti a giustificarne il pur comprensibile desiderio di rivincita. La trama appare di conseguenza debole sin dall’assunto, a tratti si ha quasi l’impressione di trovarsi di fronte alla parodia dell’originale. Lo stesso Abatantuono pare chiedersi chi glielo fa fare di lasciare la stupenda dimora da uomo “arrivato” per rimettersi in discussione davanti al tavolo da gioco (bionda a parte...).Neppure quando finalmente la partita comincia si scorge traccia della “vecchia” atmosfera, sarà anche per colpa dell’euro ma qui le fiches volano e si perde a botte di 100.000 euro senza colpo ferire...Non resta che svelare “chi frega chi” ma anche lì non è poi così difficile intuire come andrà a finire. Un Pupi Avati stranamente sotto tono. Per favore, ricordiamoci di “Regalo di Natale” e facciamo finta che la seconda partita non sia mai stata giocata...
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(8.5/10)
