Bellissimo film dell'autore di LOTR, prima del passo falso di "Sospesi nel tempo" (complice Zemeckis) e prima (notevole) prova d'attrice della Kate di Titanic. Leone d'Oro sfiorato a Venezia (giuria presieduta da Lynch). A quando il DVD? Non sarebbe ora?
Peter Jackson smette i panni del regista horror per girare un fatto di cronaca realmente accaduto in un paesino, Christchurch, in Nuova Zelanda, dove l'amicizia esasperata di due giovani adolescenti, di fronte alla loro separazione porta al compimento di un matricidio.
Ma sin dalle prime inquadrature, si capisce che il regista non sta girando un semplice film di cronaca. Le veloci carrellate, i piani di sequenza con le gru e lo stile visivo fortemente personale, mettono in soggezzione e in tensione lo spettatore, ancor più che nei suoi precedenti film. Se prima il gore, la goliardata pura in ogni scena, non incutevano timore ma risate, qui si respira un aria diversa sin dall'inizio, paura, timore che crescono maggiormente a fronte di un accuratissimo ritratto sociologico di due famiglie, una ricca e acculturata, e una media e senza interessi, e delle due protagoniste nella loro fragile età piena di dubbi e fantasie che sfociano in un vero mondo inventato che solo loro sanno vedere, fino al tragico finale dove il gore del regista, nella sua nuova veste seriosa, diventa angosciante e terribile, quasi difficile da sopportarsi.
Al regista non interessa far passare le protagoniste per simpatiche, ma si limita a rappresentare la loro storia e la loro tragedia così com'è, tant'è che le pagine di diario che legge Pauline sono quelle reali. Non c'è nessun melodramma di sorta come tanto è in voga nel cinema hollywoodiano, ma solo il suo personalissimo linguaggio, quasi a volere leggittimare insieme a nomi come Campion, Peter Weir una nuova scuola di cinema, quella Neozelandase.
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.