Film fatto come di deve !!! Coinvolgente, ricco di spunti, frizzante e brillante. Splendidamente recitato. L'ho guardato senza troppe pretese e ne sono stato pienamente appagato.
Credevo che questo film fosse una truffa: scott alla regia di un film tragicomico... ma poi mi sono detto: no! non può essere. cage e rockwell hanno facce che sembrano dei truffatori nati! proviamo a vederlo... accidenti, cage ha troppi tic, è una truffa. ma poi scopro il suo lato umano, e allora? allora il film mantiene quello che promette. non sarà un capolavoro ma è gradevole, fluido e tutt'altro che banale e scontato. cage ci offre una delle sue migliori interpretazioni in assoluto. il cast in generale è perfetto e l'intricarsi della trama avvince alla fine... il colpo di scena è efficace. forse non c'era bisogno di questo film... o forse sì. ma è buon cinema. io credo però che i veri truffati sono coloro che non lo vedranno...
Con “Il genio della truffa”, il genio di Ridley Scott giunge a un punto di svolta, poiché questa è la sua prima commedia; la pellicola funziona alla perfezione: un film esilarante e tragico, quasi agrodolce, dal buon ritmo cadenzato come il respiro faticoso di un maniaco ossessivo compulsivo; il versatile Nicolas Cage, nella parte di un truffaldino faccendiere alle prese con tic e fissazioni, se la deve vedere anche con la propria coscienza, con una figlia inaspettata e con un socio simpatico e fin troppo comprensivo; vive terrorizzato dagli spazi aperti, cammina a fatica sulla propria moquette (con la quale troverà in seguito un accordo) - ricettacolo di sporcizie invisibili - tra imbrogli di piccolo, medio e grande calibro. Fuma, e ingoia pillole calmanti, ma non abbassa mai la guardia. Cage si aggira così nella propria mente, e non vede la trama stessa del film (la quale vedremo con lui soltanto alla fine, sottoforma di un susseguirsi di colpi di scena disarmanti) perché è troppo occupato a guardare quella della moquette, mentre Scott dipinge strepitose inquadrature, scatta fotogrammi e accende sventagliate di immagini interiori. Un sano miscuglio di valori, forse ritriti ma ben congeniati, non riescono a banalizzare la trama, pur semplice; si percepisce a tratti un omaggio a Nicholson, o un plauso a Besson, oppure si può avvertire un po’ troppo di essere dalle parti di Paper Moon, ma nonostante tutto, la grandezza di Scott è sempre riconoscibile nella luce che filtra dalle veneziane socchiuse, come un palpito di apertura dell’anima, mentre lui, distributore di incubi spaziali prima (“Alien”), dispensatore di un futuro tremendamente possibile poi (“Blade Runner”), nonché mitizzatore di grandi donne (“Thelma & Louise”) riesce, con vera maestria, a dare risalto agli elementi narrativi. Da non sottovalutare nemmeno il ruolo oscuro ma sicuramente decisivo di Robert Zemeckis, produttore esecutivo.
Due curiosità: Nicholas Cage è nipote di Francis F. Coppola, e la quattordicenne sua figlia (Alison Lohman) ha ventiquattro anni…
bello,intrigante,un finale sorprendente,certo che Ridley Scott alla regia di una specie di commedia,se la cava alla grande,quando si dice che chi è un fuoriclasse.oltre alla bella sceneggiatura ,si può ammirare un Nicolas Cage in forma smagliante,da vedere
Il film non è male, ma è un'insistente spot pubblicitario per le sigarette ! Come molti altri film americani si vede nettamente che qualche "produttore" ha finanziato...