oggi siamo inondati da sciocchezze senza peso e senza senso. Questo invece è un film che si sforza di dire qualcosa e secondo me ci riesce pure. Alcune scene sono indimenticabili, vere e vissute. Niente a che fare con la mediocrità.
Film di eccezionale veridicità e comicità. E' uno spaccato di quel tipo di società e di quei tempi, in cui c'era sempre la speranza di un miglioramento delle condizioni di vita. La politica non c'entra un bel niente. La volgarità c'è, però è tipica di quel periodo e di quella zona. Il film non può essere apprezzato da chi non ha mai conosciuto quell'ambiente.
Bravissimi tutti, soprattutto il nostro Benigni!!!
Definirlo un tragicomico è riduttivo e banale, Berlinguer ti voglio bene è un film esistenzialista e tragico. Si ride, è vero, ma è una risata che fa piangere, è una risata che lascia l’amaro in bocca. Mario Cioni è un agglomerato di problematiche che non ha la forza per emergere dalla gabbia in cui il mondo lo ha cresciuto; egli è l’unica figura “positiva” della pellicola perché, a differenza dei suoi “amici”, tenta una rivalsa che può avvenire ma che viene metodicamente stroncata dalla malvagità di chi gli sta attorno.
A mio parere il sesso è un pretesto per dire altro, è vero che sono rare le scene dove non se ne parla ma la storia che si vuole raccontare è quella dell’individuo spacciato e tuttavia caparbio e ottimista. Cioni è un fallimento sociale, non individuale. Non credo che Berlinguer ti voglio bene appartenga al neorealismo, bensì appartiene a tutti coloro i quali lottano contro un mondo di ottusi e d’invidiosi; è un capolavoro in cui la figura del protagonista ne esce pulita a discapito del resto, a scapito di una società brutale e stolta. Il famoso sproloquio è caratterizzato da una volgarità angelica, ovvero innocente, poiché Cioni lamenta l’assenza di senso con cui avvengono le cose e non tanto la sua sessualità bloccata.
Il finale è di una drammaticità struggente in quanto tutto è oramai dissoluto e perduto, in quanto tutto è oramai drammaticamente normale e perpetuamente relegato al volere degli altri. Ecco… gli altri… è forse questo il tema dominante del film, tema che sembra scorrere inesorabilmente verso una conclusione amara e cupa: «L'inferno sono gli altri.» (J.P. sartre)
Probabilmente è proprio vero: non è un film per tutti. Dall'"esterno" (nel senso sia dello spazio che del tempo) infatti si può solo intuire la validità dell'opera nel rappresentare un particolare (anzi, particolarissimo) spaccato di una determinata società locale. Credo però che per capire a fondo un film del genere sia necessario conoscere (e aver vissuto, o magari vivere tuttora) in una realtà simile a quella che viene raccontata. Rimanendo escluso da quel preciso target di pubblico non riesco a tenermi alto col voto.
Trailer italiano (it) per Succede anche nelle migliori famiglie (2024), un film di Alessandro Siani con Alessandro Siani, Cristiana Capotondi, Euridice Axen.