Dopo "Essere John Malkovic" ecco il nuovo lavoro di Spike Jonze.
Il ladro di orchidee è in perfetto stile Kaufman, sceneggiatore del citato film e dello stesso "Il ladro di orchidee": complesso, intriso quanto basta di un alone di surrealismo che mai cade nel grottesco, armoniosa ricerca di se stessi. E' un lungo viaggio introspettivo che tiene lo spettatore incollato alla poltrona, nonostante i ritmi blandi, a tratti effettivamente "bradipici".
L'originale genialità della pellicola si configura in un film dentro al film, un'opera che si schiude su se stessa creando quell'intima connessione tra sceneggiatore-autore-protagonista che caratterizza i 114 minuti della pellicola.
E' un'opera difficile, il cui significato va ricercato nei lunghi monologhi interiori del protagonista, in quella voce fuori campo "audace" e "inopportuna", che rompe i canoni del "buon cinema hollywoodiano", quello che lo spettatore medio desidera. Ed è proprio nella scena in cui Charlie si trova a dialogo con il "professore" da "manuale" che il messaggio appare chiaro.
Un film per raccontare la vita, nella sua "banale complessità", nelle sue tante dicotomie, nelle sue "perfette imperfezioni".
Indicazioni: per chi ama il cinema d'autore, mai banale, in grado di essere Arte e non solo intrattenimento.
Una nota sugli attori: Cage è semplicemente straordinario, ancora una volta (dopo Face-off) abile interprete di un doppio ruolo caratterizzato quanto basta.
Più che per il regista, questo film è straordinario per lo sceneggiatore. charles kaufman è un grande, talentuoso scrittore genialoide. la storia è eccezionale, stratificata e piena di spunti di riflessione. il tema centrale però è quello della ricerca di una vita "appassionata", in cui c'è uno scopo per cui soffrire e amare. tutto ha un senso, persino il finale, che sembrerebbe snaturare tutto quello che di ottimo era stato fatto e che però va visto come una palese violazione delle regole per un copione di successo urlate al seminario di scrittura creativa. come pure la voce fuori campo. e' come se kaufman dicesse: "la creatività è libera, non ci sono regole. come nella vita". stupendo il dualismo tra charlie e donald, l'uno lo specchio distorto dell'altro. non gli do 10 solo perché appena visto il finale mi è sembrato un po' deludente... ma poi l'ho capito... e sono rimasto sconvolto dalla genialità di questo autore!!!
Un film come pochi, con un grande cast e finalmente con un'idea originale, interpretata da un Cage al di sopra della media che si e' pure imbruttito per interpretare al meglio la parte... andate a vederlo ! Ciao! Giorgia.
Un film che si basa su due sceneggiatori, uno professionista e suo fratello gemello invece alle prime armi, non poteva che avere una sceneggiatura abbastanza originale. Inoltre i richiami ad un altro film dello stesso regista "Essere J. M." lascia in questo film drammatico, un certo filo di ironia e di divertimento, anzi, in un paio di occasioni si ride proprio. Un film valido forse un po sopravvalutato, ma nel complesso godibile.
Nella storia, il personaggio charlie kaufman, impersonificazione del regista, è molto complicato. il regista nel film non racconta se stesso, ma il suo raccontarsi ossia racconta se stesso nel mentre in cui cerca di raccontare s e stesso.