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Rusty il selvaggio

Opinioni presenti: 22
Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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Neorealismo ameircano

(10/10) Voto 10di 10

Coppola è abile a mettere a nudo spietatamente le contraddizioni e le tensioni sociali dell' America. Il film è tratto dal libro di Spencer ed è successivo (un sequel?) a "I ragazzi della 56a strada" che era uscito qualche mese prima. Io personalmente trovo molte affinità con "Mamma Roma" di Rossellini. Ho letto che il film è girato in bianco e nero perchè sarebbe un' intera soggettiva del personaggio Motorcycle boy (Rourke) che è daltonico. Io trovo che la scelta del bianco e nero e del tipo di contrasto sia molto,molto ispirata al film con la Magnani. Oltretutto il tipo di interpretazione del protagonista Rusty (Dillon) fa venire subito in mente il ragazzino bullo della periferia degradata della Roma anni 50-60. Notate l' inquadratura sulla smorfia di Rusty mentre aspetta alla fermata del bus la fidanzatina e confrontatela con quella sul ragazzino in "Mamma roma" poco prima di compiere il furto in ospedale. Altra analogia è il finale tragico in cui a soccombere sono gli emarginati del corpo sociale, gli innocui "fuoricasta" che, non accettando le omologazioni che gli vengono imposte, vengono eliminati senza troppi indugi affinchè l'ordine sociale non venga turbato da essi. Consiglio questo film a chi è stufo di vedere le favole ipocrite "Spilberghiane" sull' America democratica con neri e bianchi che passeggiano tenendosi per mano, sull'America premurosa per la pace del mondo, sulle favole della dorata provincia americana solidale con i più bisognosi. Coppola si ispira esplicitamente al neorealismo italiano che mise in scena la triste realtà cruda che si trova dietro l'angolo di ogni città,in qualsiasi Paese, anche il più civilizzato, anche il più potente. Il fatto che sia in binaco e nero io lo vedo come un tributo che lui fa al cinema d'oro che fu del nostro Paese.



Samuele, 24 anni, S.Benedetto (AP).




Un viaggio psicanalitico

(10/10) Voto 10di 10

All'inizio mi sono detto:è il classico film sulle bande,piacevole(per quanto mi riguarda adoro il genere),ma non un pezzo da novanta.Poi arriva mikey rourke,ke irrompe con la sua moto scaraventata sull'impasticcato ke ha ferito il fratello.Da lì in poi il suo sguardo è allucinato,frastornato,spensierato,malato,incorruttibile.Lui è solo,ne soffre.Ma in fondo "che t'importa".stratosferico davvero mikey rourke,matt dilon non mi esalta ma è comunque bravo.E Coppola indovina tutto.Alla fin fine,su uno sfondo bianco-nero,di pesci colorati ce ne sono davvero pochi.



Fabio, 18 anni, Mappano (TO).




Struggente e meraviglioso

(10/10) Voto 10di 10

E' il mio film preferito, e ne ho visti credetemi. E' un capolavoro fatto di tanti piccoli capolavori, come un mosaico composto da minuscole pietre preziosissime incastonate alla perfezione. L'atmosfera sognante e il bianco e nero, i piccoli pesci samurai colorati, unica traccia di colore, sono il contorno struggente d'una vicenda tenera e violata, popolata da uomini soli e sperduti. In questo grigiore riappare lui, il ragazzo della moto il mito per tutti tranne che per se stesso. Sarà lui a sacrificarsi. Una nuova attende dietro l'angolo. Un segnale di speranza come piccoli pesci liberi finalmente, nel grande fiume della vita.



Silvio, 36 anni, Cosenza (CS).




Peccato per il titolo

(10/10) Voto 10di 10

non capisco perchè in italia tendiamo a trasformare i titoli dei film, giungendo a conclusioni quasi banali. il titolo rusty il selvaggio non rispecchia assolutamente la memoria d'un film esemplare, come non se ne vedono da tanto tempo, ma ricorda temi di film di pessimo rango. Il maestro non smette di stupire, questa perla dovrebbe avere maggiori riconoscimenti, invece passa inosservata ai più, peccato per loro..



Badore, 21 anni, Bologna.




Uno dei film più importanti degli anni 80

(10/10) Voto 10di 10

Chi ha una visione edulcorata degli anni 80, alla "Fabio Fazio", per intenderci, si procuri questo capolavoro di F.F. Coppola. Poco pubblicizzato e passato quasi inosservato, Rumble fish è un autentico capolavoro, uno dei film della mia vita, di quelli che "aprono gli occhi". Rusty (Matt Dillon) vive a Tulsa, splendidamente fotografata, nel mito del fratello Motorcycle Boy (il miglior Mickey Rourke di sempre, allucinato e dolente). Ama a modo suo una ragazza, senza riuscire a dimostrarglielo, e vive con il padre, avvocato alcolizzato (Dennis Hopper, straordinario). La madre è in California... Film senza donne, o quasi, pieno di immagini e di suggestioni fortissime, di simbolismo mai banale (a parte forse le inquadrature ricorrenti degli orologi), con una colonna sonora manifesto del periodo (Copeland + Stan Ridgeway, che canta la bellissima "Don't box me in"). Il bianco e nero non si scorda, a colori sono solo i pesci combattenti, che liberati nel fiume smettono però di attaccarsi fra loro. Motorcycle Boy non ha futuro ed alla fine il suo è quasi un sacrificio per liberare i pesci ed insieme il fratello. Rusty prende la moto ed arriva sulle rive dell'oceano, a cominciare una vita nuova. La ferita all'addome, rimediata in uno scontro fra bande, non smetterà mai di sanguinare. E' questo il legame con il suo passato. Anche i non protagonisti, Spano, Cage, lo stralunato Waits, Diane Lane sono diretti magnificamente. Un film che è un colpo al cuore, come Easy Rider. Non so quante volte l'ho rivisto, non stanca mai. So che come me tanti della mia generazione lo hanno eletto come film di culto. E se lo merita proprio!



Paolo, 39 anni, Cervia (RA).





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