l'ho visto solo di recente , in cassetta,forse e' meno deludente che al cinema, in quanto e'poco "cinematografico" ecco forse il film mi e' servito a questo , un po' come un documentario sul terzo mondo girato da un intellettuale orientale, e poi non mi permetterai mai di dire che un film di kiarostami(il secondo che vedo e migliore dell'altro) e' brutto , i miei amici cinefili non me lo permetterebbero.
credo di non aver mai lasciato la sala prima della fine di un film, ma questa volta non sono riuscita ad arrivare alla fine.
Non si puo' girare un intero film in macchina su 1 primao piano alla volta senza rischiare la noia mortale.
inguardabile
C'è ancora un cinema che ci fa pensare ed emozionare e che non ci propina i soliti luoghi comuni e vacuo intrattenimento. Due sole inquadrature in un'automobile, sei donne, un bambino e la loro "vera" vita : il lavoro, gli uomini, la fede....Con pochissimi mezzi si può dire molto, in controtendenza con l'attuale cinema europeo e americano. Kiarostami torna alle origini, sceglie un linguaggio essenziale, riduce al minimo anche il ruolo del regista ma "comunica" molto di più di certo cinema ottimamente confezionato. Consigliato per disintossicarsi dalla falsità!
Io non sono di certo un critico ma Teresa Lavagna dovrebbe cambiar mestiere.Credo sia il commento di chi per la 1° volta vede un film di Kiarostami e non ha un minimo di cultura cinemtografica. Parliamo del regista del sapore della ciliegia,non dei fratelli Vanzina.
Dieci racconta di una donna iraniana molto familiare, posta tra l'emancipazione e la costrizione.Una donna che cerca di districarsi dal traffico così come dalla cultura della donna tutta casa e famiglia.Una donna che è riuscita a divorziare a nome di tutte le donne ancora imprigionate dalla logica Iraniana,e non solo,tristemente maschilista .Il mondo maschile è rappresntato dal figlio,chiuso e autoritaritario;portavoce di tutti gli uomini del suo paese e forte di un’eredità culturale tramandata da padre in figlio.Filgio che non fa altro che rinfiacciare alla madre che ha preferito il lavoro a lui.
Rimango dell'idea che si tratta di un gran film di certo non addatto ai fans dei fratelli Vanzina.