ma nonostante le premesse, e nonostante mi sforzi, proprio non riesco a dire niente di positivo su questa pretenziosissima messinscena gonfiata da un super cast, presentata come un'ennesima deliziosa pièce di buon cinema francese, acclamata ecc. ecc.... mi spiace usare un termine così gretto, ma non trovo altro da dire: una boiata pazzesca.
Se ci si limita ad "assistere" ad un film, sovente si rimane delusi: ben di rado, infatti, l'arte del regista o la bravura del cast sono in grado, da sole, di smuovere l'anima dello spettatore.
Ma se lo spettatore è in grado di proiettarsi nel mondo che il film ha creato per lui (e lui solo), allora l'esperienza cinematografica è veramente piena.
Questa è, a mio giudizio, la chiave di lettura delle opinioni così discordanti che ho letto su questo film.
Solo chi è riuscito ad "entrare" nel film ha apprezzato, ad esempio, il magnifico mutamento di espressione di Pierrette nel momento in cui Gaby si alza dal divano e comincia a cantare la splendida "Toi Jamais"; e guardando Pierrette che canta "A Quoi Sert De Vivre Libre" si è ritrovato, magicamente, nel mondo in bianco e nero di Gilda che canta "Put the Blame on Mame".
Chi invece si è limitato ad "assistere" al film, non può aver fatto a meno di rimarcare, guardando le stesse scene, le saltuarie incertezze vocali delle due attrici, o le movenze non sempre sciolte delle loro coreografie. E magari hanno commentato che i numeri musicali "non c'entrano niente" con il film, non rendendosi conto che proprio il numero musicale rappresenta il momento in cui ognuna delle otto donne mette veramente a nudo la propria anima.
Non mi meraviglia, quindi, che alcuni abbiano trovato la Deneuve "turgida" a causa dell'intervento eccessivo del chirurgo plastico e non abbiano invece apprezzato l'algido distacco con cui Gaby si relaziona con le altre protagoniste, e non abbiano colto (quasi voyeuristicamente) i rari momenti in cui la Deneuve ci appare spettinata (quando rinviene dopo aver saputo della morte del marito) o scatenata (nel simpatico balletto ye-ye della figlia).
Ecco perché, ripeto, questo è un film da "sentire", più che da vedere.
Ma in fondo, questo vale per ogni film.
Film molto scorrevole e di pregiata fattura. L'insieme di fascino femminile delle protagoniste in primis di Emmanuelle Bèart mia preferita, lo impreziosisce ancora di piu'. I costumi e la scenografia sono curati alla perfezione. Le luci e iprimi piani delle protagoniste sono a dir poco incantevoli. Infine che dire, il mio voto è 10 con lode.
Aggiungo nota personale: Emmanuelle Bèart un angelo tentatore ;)
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(6.5/10)
