Mi trovo in difficoltà nel giudicare questo film di Fassbinder dell'82.Lo faccio quando ho ancora negli occhi il recente "Shortbus".
Che dire? La messa in scena è impeccabile,gli attori sostengono bene il ruolo,particolarmente affascinanti le scene d'assieme dei marinai.Sembrano dei quadri viventi.
Il contenuto? Un capolavoro? Non direi.Fassbinder non ci dice nulla di nuovo sul sottile confine tra amore e odio,vita e morte,omosessualità e eterosessualità.
Il film è diventato nel tempo un piccolo classico,eppure non mi convince e non mi "riempie",non è memorabile.
Querelle De Brest, pur non essendo tra gli esiti più indimenticabili di Fassbinder, é un film che va visto. Di ambientazione fortemente statica e teatrale, impostato su toni di colori ora più caldi (giallo, rosso, marrone e arancione) ora più freddi (blu), é una delle ultime opere del controverso cineasta tedesco. Potrà rischiare di annoiare o di essere poco capito dal pubblico giovane assuefatto a Mtv, ma resta pur sempre la testimonianza del genio non conformista del suo autore. Il tema é l'omosessualità, e tenetevi forti per come viene qui trattato.
Ho visto questo film circa 20 anni fa e della trama in realtà avevo capito ben poco. In compenso gli attori mi erano piaciuti molto, ricordo il protagonista e un Franco Nero intensi. Stupenda J. Moreau con quella maliconica canzone "Ogni uomo uccide le cose che ama"..Quindi mi sono detta mi compro il libro di J. Jenet da cui è stato tratto il film perchè credo valga la pena capirci qualcosa di più.Ma anche qui con scarsi risultati con l'aggravante che il libro comprendeva anche un altro racconto intitolato "pompe funebri" forse anche peggio Querelle dove quello che era assolutamete chiaro erano i particolari disgustosi.Da qui ho scoperto che Fassbinder e Jenet, pur riconoscendogli un certo valore non facevano per me..
Non sono un gran conoscitore di Fassbinder, ma questo film non lo riesco ad apprezzare.
L'ho visto la settimana scorsa al cinema, e devo ammettere che per i primi dieci minuti sono rimasto molto affascinato dal tutto: scenografia, dialoghi, voce fuori campo, luci, costumi, attori...
Ma poi? Tutto è diventato monotono e ripetitivo... l'idea geniale della scenografia non si è sviluppata in niente di più concreto e mi è perciò apparsa "inutile"; la luce tremendamente ridondante non ha fatto che stordirmi... il voler mettere a tutti i costi frasi profonde e filosofiche inserite come didascalie, mi è parsa una forzatura, non le sentivo necessarie e non mi davano niente in più a quello che già vedevo.
In più mi sembra riduttivo affermare che sia un film sull'omossessualità... parla di un lato dell'omossessualità, ma a mio parere il più squallido.
Certamente questo film aveva un senso e un valore quando uscì anni fa, ma adesso credo che sia sorpassato e restano vivi solo i suoi punti deboli...
Come mio giudizio finale dico che mi è parso monotono ed estremamente squallido.
Una vera opera secondo me deve essere immortale... questo film fa sicuramente parte della storia del cinema, ma ha ormai perso tutto il suo fascino e non si può dire che è bello.
Al film do un 1, agli attori un bel 10 (credo che siano stati estremamente bravi nei loro ruoli) e a Fassbinder un otto per il coraggio di aver girato un film del genere (non sono sarcastico).
Dico subito che non m'è piaciuto.
In primo luogo non si tratta di cinema vero, bensì di teatro, sia pur impreziosito da un abile gioco di luci e da scenografie abbastanza indovinate. Quindi: unità di luogo, d' azione e di tempo sono rispettate.
In secondo luogo, troppa inutile trivialità: l'omosessualità tra marinai è ostentata in continuità e fa pensare che Fassbinder, usando il pretesto di un film ispirato a "Querelle de Brest" abbia in realtà inteso, estetizzare e persino giustificare la propria omosessualità.
Questo film dev'essere costato assai poco perché scarno di scenografia e pure girato in pochissimi tempo (4 settimane!)
Che Fassbinder si sia suicidato poco dopo questo film dichiartivo non meraviglia più di quel tanto. Ormai aveva toccato il fondo e non fu più capace di risalire.