L'idea forse non è originalissima, ma sono buoni i metodi, grandi gli attori, perfette le trovate, e inoltre la questione centrale è sviluppata benissimo, i personaggi carichi ma davvero efficaci. Alla fine ci si sente un pò scimmie imbalsamate e un pò imbalsamatori, e questo credo che sia l'obbiettivo del film. Oltre al fatto che mi sono divertito parecchio! Insomma, davvero equilibrato.
Ho affittato il film per caso, ma sono rimasto felicemente sorpreso. E' divertente, toccante, originale, adatto a tutti. E fa anche pensare. Gli do un nove.
Aspettando "The Green Hornet", secondo me da recuperare anche quest'opera prima di Michel Gondry, "Human Nature" appunto, oltre naturalmente al giocoso (e splendido) "Be Kind Rewind" e all'imperfetto ma accattivante "L'arte del sogno".
Film appensantito, aggrovigliato, screanzato e grottesco, densissimo di umori caustici, surreali, estremi (Tim Robbins che parla in qualità di narratore onnisciente da un candido al di là con tanto sanguinolento buco sulla testa, per esempio...). Lo script alienato di Kaufman teorizza con lucida follia, scompiglia, eccede, affronta per vie traverse il tema dell'evoluzionismo e tra una scenetta fuori di testa e l'altra scoperchia una contraddizione di fondo fondamentale: la natura umana é sostanzialmente scimmiesca (la donna pelosissima, l'ottimo Rhys Ifans che non resiste dinanzi alla prospettiva di sodomizzare il poster di una maggiorata nonostante le scariche elettriche...), ma l'involucro della vita in comunità ci costringe in fin dei conti a rinnegarla puntualmente, in un modo o nell'altro. Tutto sommato niente di nuovo, ma rispetto a Rousseau e Thoreau (che paragoni ingombranti...) il tema della "primitività" della human nature originaria, non corrotta dalle restrizioni sociali, é sviluppato dalla ditta Gondry-Kaufman con un fervore schizofrenico molto contemporaneo (complice anche il finale vagamente "inceptioniano"). Chissa' se questo film l'avesse diretto Soderbergh, com'era previsto prima che prendesse su di sé la regia di "Out of Sight". Probabilmente non ne avrebbe cavato un ragno dal buco, o quasi. Da sottolineare l'irruzione sulla scena di Peter Dinklage, il nano di Funeral Party, e la sequenza in cui vengono cancellate dalla mente di Ifans le "frasi fatte" (sei proprio bella stasera etc...): da antologia dell'immaginifico.