Human Nature
Dopo la realizzazione di video musicali di artisti internazionali come i Rolling Stone, gli Oasis o Bjork, o spot pubblicitari per la Levis o la Coca Cola, Michel Gondry si avvicina al cinema con un lungometraggio sulla "natura umana". Ed è esilarante la sua visione frenetica dell'uomo smarrito nel tentativo di comprendere la sua istintività e la sua civiltà, nel folle disegno di controllarle entrambe in un perfetto equilibrio.
I personaggi sono l'uno l'opposto dell'altro e allo stesso tempo riescono ad essere il proprio e l'altrui compendio: Lila con il suo grave squilibrio ormonale, costretta a nascondersi e isolarsi nella foresta per riuscire finalmente a sentirsi accettata, seppure solo dagli animali che la popolano; Nathan, scienziato represso alla costante ricerca del perfetto comportamento "umano", che arriva ad insegnare le buone maniere a tavola ad una coppia di topolini bianchi; e infine Puff, un selvaggio allevato in una foresta da un padre folle che si crede una scimmia.
Uomini e donne dalle caratteristiche estreme eppure altrettanto umani e veri, per le loro fragili prospettive e altrettanto incerti ideali.
In eterna lotta con se stessi e con il mondo, Lila, Puff e Nathan intrecciano relazioni sentimentali contorte e titubanti in cui ci si specchia facilmente e volentieri, ridendone persino.
Sebbene Goundry costruisca una storia ai limiti del surreale, descrive con accurata verità le follie della nostra vita contemporanea, immiserita dal progresso che ci priva della forza degli istinti, lasciandoci al suo posto un mare di abitudini inutili e pratiche obsolete.
Secoli e secoli di educazione e di bon ton raggelano il povero Puff che si ritrova costretto ad imparare cose assurde come parlottare amabilmente in un fittizio palco d'opera o tentare di orientarsi tra le numerose forchette alla destra del piatto.
Straordinario il cast d'attori: il rigido ma profondamente confuso Nathan di Tim Robbins esasperatamente indottrinato dai genitori adottivi è incapace di comprendere i propri sentimenti per Lila, Patricia Arquette, che al contrario riesce ad esprimerli ma nasconde il proprio difetto fisico e rinnega "il suo cuore" per amore e infine Puff, Rhys Ifans esilarante uomo-scimmia in grado di dare perfette dimostrazioni di sé davanti a pletore di studiosi e scienziati ballando il tango o discutendo di filosofia, la notte vince il suo insaziabile desiderio frequentando prostitute.
Valeria Chiari
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