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Samsara

Opinioni presenti: 13
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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amare significa...

(9/10) Voto 9di 10

Scegliere non e' facile nella vita..soprattutto quando scegliere significa poterlo davvero fare.Ma come puo' un uomo, privato di una vita normale,di una famiglia normale, della normale presenza di una donna, madre o amica, cresciuto all'ombra di una grande idea che e' tutta la sua esistenza.. come puo' un uomo cosi'scegliere davvero ? Gia' amare per tutti e' complesso, ma ancora lo e' di piu' quando il bivio e' assoluto e inconciliabile..la fede casta o il desiderio profano ? E allora non resta che piangere e urlare alle formiche della terra o all'aquila del cielo tutto il proprio dolore , tutta la disperazione dell'impotenza.. Loro non ti ascolteranno comunque perche' in fondo sei solo una goccia e l'unico modo per non asciugarti e' quello di scioglierti nel mare che ti ha generato e che ti assomiglia, sperando di trovare in questo mare una ragione del tuo esistere e della tua sofferenza. Samsara e' la storia di tutti noi, di tutti coloro che amano profondamente sporcandosi le mani, di quelli che a volte proprio per troppo amore sbagliano e che pagano duramente ogni errore.... E' la storia di chi comunque vive fino in fondo il proprio sentimento con determinazione e onesta', ben sapendo a volte di non avere altra scelta che quella di amare...costi quel che costi. Mi ci sono riconosciuta e ne sono stata profondamente coinvolta , nel corpo e nello spirito.Un film che rivedrei volentieri...



luna, 40 anni, milano.




bravo

(10/10) Voto 10di 10

bravo maestro ! Pan Nalin.



barchi, 23 anni, roma (RM).




La passione positiva

(5/10) Voto 5di 10

E' un susseguirsi di immagini che rappresentano paesaggi e momenti di vita religiosa e sociale di una terra lontana splendida, da sogno, dove i sentimenti che oscurano l'anima non possono esistere a lungo, per quanto tutto là in quella terra lontana è bello. Quando penso ai monaci buddisti e ai loro monasteri, nella mia mente scorrono immagini permeate di spiritualità, di rito, di preghiere, di silenzio, di calma, dove il distacco dalla vita terrena è fondamentale per arrivare ad una dimensione oltre, intangibile, destinata solo a pochi fortunati. Tutto ciò è avvolto da fumi profumati di incenso e di thè tibetano, da suoni forti da pelle d'oca che entrano fin dentro le viscere e provocano intense sensazioni, da voci profonde, calde, intrecciate insieme a tal punto da formare a volte una voce soltanto, da colori caldi, intensi, vivi. Se continuo a pensare, ecco che affiorano anche immagini di monaci di diverse età dediti ad occupazioni dove occorrono pazienza e costanza non comuni; monaci che pronunciano interminabili e incomprensibili ma affascinanti parole ad occhi chiusi, seduti, immobili, davanti ad antichi fogli raffiguranti oscuri segni sinuosi in successione uno dietro l'altro: sembra che tutto intorno a loro scorra in maniera tale da essere impercettibile. Sapere che in un angolo della Terra ci siano uomini che si impegnano a superare se stessi e il suolo sotto i loro piedi, per staccarsi dalla loro vita, da ciò che è terreno, da ciò che procura solo dolore e morte, e conoscere quindi l'illuminazione, mi suscita sentimenti di profonda stima, di ammirazione, di sentito rispetto. Questo è trattato nel film, molte delle immagini appena descritte mi aspettavo di rivederle: ma tutto ciò non è che l'inizio di questa incredibile e originale storia, che ci fa conoscere un'ulteriore verità portandoci davvero a riflettere a lungo. Il giovane Tashi è un monaco modello, viene anche premiato per il suo impegno. Ma presto rimarrà turbato dopo una serie di eventi e di pensieri: in Tashi si insinuano i dubbi e le paure di chi non conosce a fondo. Forza anche se stesso, per timore che tutto ciò possa allontanarlo dalla vita monastica. Ma è solo ascoltando se stesso, il suo cuore e la sua coscienza, che il giovane si accorge che i turbamenti, i dubbi, le paure, non sono altro in realtà che delle luci lungo il suo cammino. E seguendo queste luci, il giovane Tashi può diventare un Uomo che ha assimilato in sè l'Amore e lo Spirito, la Passione e la Saggezza: il primo Buddha esistente che non si ferma solo allo stadio spirituale dell'esistenza, ma va oltre vivendo con passione anche i più veri e profondi sentimenti, nella sua vita terrena ATTUALE.



Adriana, 23 anni, Roma.





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