Film stupidino e persino fastidioso nella trasmissione del messaggio che basti così poco per trasformare la propria vita in positivo. Un Jim Carrey con le solite smorfiette del viso più irritanti e inopportune del solito a far credere che nella vita non ci sono limiti di spazio, di tempo, di sogni e di desideri se non quelli imposti da se stessi e dalla propria indole rinunciataria. Troppo facile quando si è senza legami, senza parenti, senza problemi di lavoro se non addirittura uno retribuito 65.000 dollari l'anno che nessuno però gli domanda cosa produca e come riesca a svolgere non facendo altro che rispondere ad annunci pubblicitari, incellophanarsi il viso col nastro adesivo e recitare con il cretino del suo collega dirimpettaio, timbrando più o meno a caso microcrediti con la facilità con cui si regalano buoni pasto, trascorrendo le sue giornate in compagnia di una svampita fotografa e le notti a svalvolare con un paio di insopportabili amici. Inverosimile tra l'altro che una persona così radicata nella propria introversa e solitaria routine quotidiana venga stravolta e trasformata da quattro parole di un vecchio spiumato che arringa la folla a piedi nudi e che tutto sommato non dice nulla di davvero convincente. Battute esilaranti non ce ne sono per niente e tranne qualche spunto di comicità, irrimediabilmente soffocato dalla fretta di passare al successivo, sparisce pure l'opportunità di vederlo come un film di intrattenimento. Un prodotto che non regala ottimismo, non induce a riflettere e che di certo non convince nessuno, se non labile, che per cambiare la propria vita basti solo volerlo. Vi invitano a vederlo al cinema? Ignorate il titolo e rispondete: no, grazie!