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Yes Man
Pigri di tutto il mondo allertatevi: qualcuno accanto a voi potrebbe cercare presto di portarvi al cinema a vedere "Yesman" o comprarvi l’omonimo libro che lo ha ispirato (scritto dall’umorista inglese Danny Wallace) nella speranza che il venire a conoscenza di questa storia possa cambiarvi. Siete persone che nove volte su dieci dicono di no a: feste, incontri, chiacchierate, iniziative ecc ecc? Lo era anche il personaggio qui interpretato da Jim Carrey. Depresso e sicuro che la tranquillità della solitudine sia la migliore difesa possibile di un benessere che in realtà non c’è, dopo aver partecipato ad un seminario sull’autostima, si convince di dover sempre dire "sì" a tutto ciò che gli verrà proposto di lì in avanti. La vita, di risposta, gli sorriderà...
Se pensate che la struttura narrativa di questo nuovo lavoro comico di Carrey (che non cercava di strappare risate dal lontano "Dick e Jane operazione furto", 2005) sia molto simile a "Bugiardo, Bugiardo" non errate: lì non poteva dire menzogne, qui non può rifiutare nulla. Di differente però c’è tutto il resto: da un regista (il bravo Payton Reed, già autore di Abbasso l’amore) che sa come prendersi i suoi tempi sfruttando al meglio ogni sketch che non sia legato alla semplice mimica del suo protagonista (sempre eccezionale), ad una sceneggiatura che non solo fa ridere, ma coglie appieno un momento molto particolare della nostra società. Sembra strano trovare in un film così apparentemente convenzionale qualcosa di più del semplice (e riuscito) intrattenimento, ma "Yes man" è anche questo. Alla diffidenza nel prossimo, emblematica e sociologica conseguenza della tragedia dell’11 Settembre, si contrappone ora l’ottimismo, la fiducia, il coraggio di conoscere e comunicare. Non è un caso se lo slogan di Barack Obama diceva proprio: "Yes (we can)". Non solo: la stessa idea del microcredito (dare piccole somme a persone che spesso non hanno accesso al credito convenzionale), anche se qui solo accennata, è una politica ottimista che si sta rivelando fondamentale per il benessere di molti paesi in via di sviluppo. Con "Yes man" si esce così dalla sala non solo con il sorriso, ma anche con l’idea che, fuori dal cinema, ci sia ancora la speranza di migliorare la propria vita e quella degli altri, trattenendo qualche no, e regalando sì.
La frase: "Yes is the new no! (Sì, è il nuovo no!)".
Andrea D’Addio
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