Il film è leggero, ma piacevole. La vicenda forse non è originalissima, ma è ben raccontata, le immagini sono spesso suggestive e i personaggi simpatici e ben caratterizzati. Una storia di amicizia e di “formazione”, come si diceva un tempo. Insomma, si sorride e, se si ha l’animo semplice, ci si commuove persino. A me, almeno, è capitato. Ho visto il film con la famiglia: una serata ben spesa! Piuttosto una nota sull’opinione (!) di Davide di Rimini del 24 dic 2006: è proprio vero che la stirpe dei bigotti, bacchettoni e reazionari non corre alcun rischio di estinzione! Le osservazioni secondo le quali il fatto che un prete protestante abbia dei figli non sia comprensibile nel nostro paese e che la figura della mamma di “Rupert” costituisca una manifestazione di anticlericalismo sono fra le cose più stupide che mi sia capitato di sentire (e non sono poche) negli ultimi tempi. Ed è pure un mio compaesano: che vergogna!
se invece che un film fosse stata una produzione per la tv sarebbe stato perfetto.. il problema è che la gente qua spende 5 o 7 euro per vederlo, e questo non li vale assolutamente...
il fatto che causa sonno me ne sia persa la fine e non ne abbia la minima voglia di rivederlo non è di buon auspicio...
mi sarebbe interessato se il protagonista fosse stato meno scemo e se l'attrice fosse stata meno vecchia e fosse nata una storia d'amore e di sesso...
poi anche il fatto che è figlio di un prete ortodosso non aiuta nel ns paese dove i preti nn si sposano e anzi lo fa apparire di cattivo gusto...
e la mamma che lo reprime fa fare una pessima figura alla religione cattolica in generale... ( deve essere stato scritto da un 68ino il copione..)
voto 5 ( che sarebbe un 4 se non fosse per l'ottima fotografia...)
un film carino..che si fa seguire!alcune battute sono divertenti...ed alcuni scorci di vita familiare sono molto realistici e ben curati. Il legame della coppia ragazzo/vecchia attrice, anche se sa di già visto, viene reso in maniera equilibrata e piacevole.
Ma a colpirmi davvero...sono state alcune musiche..non avevo mai sentito la salsa celtica....un mix molto melodioso!!
Il viaggio del titolo italiano è la metafora della transizione, del percorso emotivo ed esistenziale che condurrà il "rosso" protagonista alla nuova condizione di adulto, la macchina è invece lo strumento che gli consentirà di avvicinare il mondo, di colmare le distanze che separano la provincia dalla città. Il campeggio condiviso con Miss Evie e il vivere e dormire "fuori" casa suggeriscono la condizione di emarginazione, di liminalità dell'adolescente, allontanato dalla società, disancorato dagli affetti e riammesso nell'ultima sequenza che lo accompagna a Edimburgo...Non male!