“A casa nostra” di Francesca Comencini è un interessante reportage sulla Milano degli affari, del denaro come unico valore (sia che si tratti di un banchiere o di un mag***cia... di un grigio ragazzotto che vuole cambiare vita o di una modella sempre in bilico tra la sua professione ed un'altra, la più anica del mondo). Un limite del film (lo dicevo l'altro giorno recensendo il recentissimo “13 rose” lo trovo nell'eccessivo numero di storie e di personaggi: dall'affresco corale è facile scivolare nel guazzabuglio. Bravissimo Zingaretti nella parte di un banchiere spregiudicato; straordinaria come sempre Valeria Golino per cui stravedo.
Bello mi è piaciuto sia per la trama che per l'ambientazioni, gli attori tutti bravissimi idem per la fotografia e le musiche come si fa adire che sei un film pacco...e brutto...non so a volte penso che la maggior parte delle persone piu' che la defilippi nella vita non guardi.
E difficile raccontare più storie insieme, ancora più difficile provare ad intracciarle. Qui semba qusi che la sceneggiatura ad un certo punto abbia perso i fili e la treccia non sia riuscita. Alla fine ognuno andava per conto suo malgrado il goffo tentativo di riunire tutti nella scena finale. Un finale per altro poco chiaro pure a rivederlo 10 volte.
Le storie per altro sono abbastanza insignificanti, fatta eccezione forse per il desiderio di avere figli del "cattivo" Zingaretti.
Delusione abbastanza cocente.
Bel film, ottima prestazione da parte di tutto il cast, la cosa bella è che ci si appassione un po' a tutte le vicende dei vari personaggi e si è curiosi di capire come le cose andranno a finire...E' chiaro che le coincidenze così forzate sono volute, questa è un po' la chiave del film, di proposito portato a far riflettere riguardo ad una serie di situazione che non sono poi così troppo distanti dalla vita reale di tutti i giorni...
La Comencini (Francesca) coglie nel segno descrivendo una società tutta fondata sul denaro, dove si vive, si soffre e perfino si ama per denaro. Ma alla fine sono i grandi speculatori illegali, avidi e cinici, ad accumulare le ricchezze, mentre i poveri cristi restano schiacciati, vengono abbandonati e finiscono in galera al posto dei ricchi potenti. E non è questa una forte denuncia del liberismo selvaggio che ormai attanaglia e soffoca le nostre vite? Ottime le recitazioni della Golino e di Zingaretti, splendida la fotografia che rende l'idea di quello che il film vuol descrivere e additare (la cupezza e la tetraggine, da film horror, di una Milano iperfinanziarizzata). Il massimo dei voti per la forte e attuale denuncia che il film contiene.