Il tema trattato,la condizione della donna e in particolare delle vedove, apre nuovi spiragli su una condizione di disagio che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni dalle conquiste del "profeta" Gandhi, contagia centinaia di migliaia di donne costrette alla ferrea osservanza delle pratiche religiose. La fine è un treno che parte carico di speranza, quando però sembra ormai troppo tardi, e l'innocenza è già stata distrutta, la bellezza della vita annientata dalla crudeltà umana.
Un bel film, lento ma molto bello. La fotografia è stupenda, diciamo che merita di essere visto soprattutto per le luci ed i colori di ogni immagine del film. Curato nei minimi particolari racconta bene una triste storia dell'India un paese strano e con mille problemi sociali. Da vedere.
Il film tratta un tema sociale e religioso, un problema di discriminazione femminile che i dogmi di una tradizione religiosa assurda fanno sentire l'umanita' arretrata e contorta, molto lontana dal suo riscatto. La storia viene raccontata attraverso il volto di una bambina-vedova di nove anni, che e' l'immagine della semplicita', dell'ingenuità, della sfrontatezza e di una dolce insolenza che e' propria solo dei bambini. Il suo viso poi e' l'ottava meraviglia del mondo. Grande la fotografia per un film che e' una poesia profonda e toccante.
Sempre affascinante il mondo indiano...qui poi si parla di una storia ai piu' sconosciuta sulle vedove e la loro emarginazione dalla società. La sceneggiatura è in parte "filmica" però la storia narrata con gentilezza ed eleganza risulta comunque cruda e traspare tutta la rassegnazione di questo popolo alle "leggi religiose" che permeano la società indiana creando, nel bene e nel male, un ambiente unico al mondo...
film che fa pensare e piangere..per le ingiustizie..la "falsa" religione..l'ignoranza che fa comodo ad altri..e poi come sempre ci vanno d mezzo le più indifese..donne e bambini..ma come si fa a credere ancora che il mondo possa cambiare..se il male arriva dagli uomini???