questo cartone è fantastico!Miyazaki ha fatto un ottimo lavoro,accidenti mi è piaciuto tantissimo specialmente il finale...howl è un personaggio eccezionale e la sua storia è interessante.l'unica cosa che non mi ha convinto è che alcuni avvenimenti del racconto non venivano spiegati bene e quindi c'era il rischio di accartocciarsi ma per il resto è stato davvero coinvolgente,mi ha emozionato tantissimo.dovrebbero fare un monumento a miyazaki per tutte le belle emozioni che ci fa provare!!!
L'opera di Miyazaki ha due direttrici. Sebbene in superficie il disegno è consueto ai manga, è originale perchè l'autore vi tradisce una smania per tutte le icone della società moderna, sopraffatta dalla comunicazione visiva. Un cannibale che si ciba indifferentemente di Magritte e Hokusai, delle litografie positiviste o dei moduli postindustriali e li metabolizza con un tocco poetico esclusivo.
Il secondo punto dell'arte di Miyazachi allora è la sua poetica, sottile e introversa, molto riflessiva. Film meno centrato de "La città incantata", che acquista spessore come romanzo di formazione ed elegia dell'infanzia: "Il castello errante di Howl" è più filosofico del precedente e corrisponderebbe ai canoni della fiaba. In realtà la lezione e rivolta all'essere umano inteso come società, piuttosto che nella dimensione della crescita personale, e riprende il tema del bene e del male nelle azioni comuni. Prima fra tutte la guerra. Miyazaki è un uomo colto. Per il pensiero orientale speculazioni come "Si Deum est unde malum?" sarebbero stroncate in partenza; l'etica ha un sapore cosmogonico, meravigliosamente assunto nel Mahabharata, che relativizza il suo contenuto sociale. La cultura scintoista del Giappone rende poi facile un altro miracolo: avvicinare gli oggetti al pensiero, che li anima come demoni. Ne "La città incantata" il loro mondo è una vertigine; qui lo Spirito del fuoco sopravvive a stento tra i comprimari più o meno umani, ciascuno dei quali incarna la virtù di un mondo ed è travagliato da una metamorfosi che lo rende parzialmente incapace. La magia è una porta tra le realtà, i cui cardini sono interamente nella coscienza umana,allorchè uno stato di illuminazione rende una sola cosa comprendere,fare e pensare.
Secondo tali premesse, le interazioni dei protagonisti sono squisite e prescindono dalla reciproca ostilità: la fanciulla cura la strega che l'ha maledetta in virtù del suo amore e perciò non usa perdono;la fata regina opera indifferente sui destini per un disegno oscuro; il protagonista è tanto angelo quanto demone e soffrirà la sua iniziazione come una lacerazione profonda, fino a quando non si appropria totalmente di sè. Ombra e ambivalenza nella concezione dell'autore non sono contraddizioni della realtà in atto, bensì partecipano della sua essenza. Fata regina, al termine della fiaba, esorcizza la fine, ammonendoci a guardare oltre i personaggi e il facile happy end.
la giovane sophie viene tramutata, da una strega, in una vecchietta. deve, quindi,lasciare la sua casa e va alla ricerca del castello di howl, il giovane mago che potrebbe aiutarla ad annullare l'incantesimo della strega.
si presenta a lui come una donna delle pulizie e, presto, diventa parte integrante della strana famiglia che abita il castello.
howl è un mago dai grandissimi poteri. deve, però, lottare con un suo personale demone che lo porta a divenire un grosso uccello che combatte contro aerei che bombardano le città.
un altro demone, che è strettamente legato ad howl da un altro incantesimo (ne possiede il cuore), mantiene sempre caldo e in continuo movimento il castello.
sophie si dimostra una grande donna che, pur nelle sue incertezze, riesce a fare vincere i propri sentimenti,a riportare howl sulla "retta" via e ad annullare tutti gli incantesimo che ruotano attorno ai personaggi del castello.
è una bellissima fiaba, ambientata in luoghi e tempi non ben definiti.
è una storia di magia, di amore, di "debolezze".
Disegni,animazione,colori e scenari bellissimi,ok.Ma il resto?Della trama e dei personaggi si capisce ben poco,tutto troppo ingarbugliato.La guerra fra chi si combatte e Suliman che c'entra?E perchè Sophie dopo la maledizione invecchia e ringiovanisce in continuazione restando sempre coi capelli grigi?Sembra un esercizio di stile e tecnica fine a se stesso
Pur partendo appesantito dalla derivazione da un soggetto altrui, il più recente film di Miyazaki confema, se ce ne fosse bisogno, l'incredibile talento poetico e visivo del regista.
Ma non è tanto di questo che volevo parlare, quanto dell'eterno equivoco (che traspare dall'opinione di Giulia, per fortuna sostanzialmente isolata) sulla natura dell'animazione giapponese. In Giappone, la tecnica dell'animazione è vista come un mezzo espressivo "assoluto", ossia non necessariamente indirizzato ad un pubblico di bambini, al contrario di quanto avviene da noi.
Mi sembra poi quantomeno discutibile il fatto che i bambini vadano necessariamente imbottiti di manicheismo, con netta distinzione tra "buoni" e "cattivi". Trovo, al contrario, che questa attitudine pedagogica sia fortemente diseducativa, in quanto instilla la convinzione che la vita sia divisa tra eroi e malvagi, tra chi ha sempre ragione e chi ha sempre torto.
D'altro canto, la migliore letteratura per l'infanzia occidentale sfugge, per fortuna, a questa logica: Pinocchio è buono o cattivo? E Giamburrasca? E Hansel e Gretel, che buttano la strega nel forno?
In conclusione: prima di pontificare, bisognerebbe rendersi conto di ciò che si vede...