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Il castello errante di Howl
Guardo cartoons (se non vogliamo usare il più nipponico termine di "anime") fin da piccolo, e già in tenera età fui folgorato da Il castello di Cagliostro. Fu allora che il nome di Miyazaki iniziò a materializzarsi nel mio subconscio.
Un tratto inconfondibile, personaggi e costruzioni che sono un marchio di fabbrica e storie che hanno sempre più livelli di lettura, ma un denominatore comune: la poesia.
Questo è il Maestro giapponese ormai consacrato anche all'estero.
Howl's moving castle riprende - forse anche troppo, e questo potrebbe essere uno dei difetti - tutte le tematiche che hanno popolato i precedenti lungometraggi. Un'ambientazione decisamente europea in un'epoca indefinita in cui la tecnologia si fonde con la magia, i costumi dei personaggi in stile, l'accoppiata dei due protagonisti con uno quasi selvaggio e l'altro più razionale, il gusto per i costrutti giganti dalle forme composite, il dito puntato contro una tecnologia che può essere fonte di distruzione e - novità - la valorizzazione degli anziani, concetto molto giapponese che forse dovremmo far maggiormente nostro.
Sofie è una ragazza con una vita piuttosto grigia che si trova per caso sulla strada di Howl, un giovane mago dagli incredibili poteri. Questa casualità le rende il bersaglio di una maledizione della perfida Strega dell'Est che la trasforma in una vecchia ottuagenaria. L'unica speranza per Sophie è quella di ritrovare Howl per farsi liberare, ma il giovane mago abita in un castello errante che cambia continuamente posizione.
Sophie sarà così costretta a mettersi in viaggio, mentre la guerra imperversa tra il suo Regno ed il Paese confinante, ma soprattutto a sperimentare cosa vuol dire non esser più giovani e non poter contare sulle sole forze fisiche. Grazie ad una nuova determinazione Sophie raggiunge il castello ed inizia a vivere accanto al mago, al suo apprendista ed a un demone del fuoco, senza poter rivelare la sua vera natura. Sarà l'occasione per leggersi dentro ed iniziare ad apprezzare cose a cui non si era mai data la dovuta importanza.
I disegni curatissimi dello Studio Ghibli ed i personaggi approfonditi come se fossero veri attori ci permettono di vivere questa favola con grande trasporto. C'è un po' di tutto dentro dai principi azzurri alla classica storia d'amore osteggiata dalla strega cattiva come anche la dualità dell'animo umano che combatte una costante lotta interiore per far prevalere il "buono" sul "cattivo" (se poi si può definire tale una furia si distruttiva, ma mirata a far terminare ua guerra).
Insomma non mancheranno riflessioni filosofiche per gli adulti e divertimento per i bambini, anche se, come al solito, il lungo finale non è propriamente di facile lettura.
Curiosità:
sulle casse che vediamo nel magazzino dove all'inizio si parlano Sophie e la sorella, c'è scritto "ciliegie".
La frase:
"Più si va avanti negli anni, meno ci si sente in imbarazzo a chiederei favori."
Valerio Salvi
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