possibile che non ho ancora trovato opinioni positive su questo film?!? a me è piaciuto tantissimo, regia e montaggio ottimi, la fotografia e la colonna sonora pure...voto 7 ma metto 10 per alzare la media
Tony Rk
Un bel film. Un'avvincente introspezione psicologico/sociologica con sfondi e sottofondi musicali interessanti.
Questo film si svolge su più piani, con diversi sfondi. Rappresenta una metafora interessante e asciutta dei tempi moderni, caratterizzati dalla fretta di realizzare tutto e subito (in qualsiasi ambito, anche quello della ricerca scientifica pura). Ci sono diversi sfondi: quello della fisica, la ricerca scientifica (a cui deve il titolo - l'orizzonte degli eventi è legato alle teorie sui buchi neri), e che ci fa visitare un luogo affascinante quanto claustrofobico come il laboratorio sotto il Gran Sasso. C'è la montagna, sempre il Gran Sasso, visto da sopra, quasi una protagonista del film, che prorompe con la sua brulla e aspra bellezza (e anche qui l'assonanza con il titolo gioca la sua parte). C'è la realtà dell'immigrazione, tramite i protagonisti pastori, soprattutto albanesi, che continuano la realtà della transumanza, la loro povertà (antica, i pastori lo sono sempre stati), la loro vulnerabilità sopra la testa di altri immigrati, i ricercatori con i loro frequenti accenti stranieri, del laboratorio nel ventre della montagna.
C'é l'Aquila, città viva (che bellezza vedere le scene girate in città, il contrasto che creano con le immagini odierne è doloroso).
E' un film lento, introspettivo, asciutto e a volte anche irritante. Non lo consiglio a chi pretende movimento costante, risposte semplici e spiegazioni immediate. Più che dare risposte interroga.
Se nel film c'è una morale, è che fondamentalmente tutti hanno problemi quotidiani con cui confrontarsi e il peso/valore del problema è solo relativo e proporzionale alla persona che lo vive. Quale la differenza tra un paio di mutande da risistemare ed un esperimento scientifico di portata mondiale? Nessuno, se la quotidianità è fatta soprattutto di quello. Dopo "Velocità Massima", da me apprezzatissimo, ero molto curioso di vedere il nuovo film di Vicari, sobillato da critiche ampiamente positive di alcuni quotidiani "autorevoli" e per la presenza di un attore che rispetto profondamente come Mastrandrea. Non leggendo mai trame ne guardando trailer, non sapevo cosa aspettarmi e di certo non un film originale e particolare come "L'Orizzonte degli Eventi", da vedere per chiedersi all'uscita dalla sala se il giusto e l'ingiusto che il film propone siano condivisibili o, più, semplicemente umani...troppo umani.
Coraggioso...perchè almeno c'è chi prova a fare cinema d'alto livello, e quasi ci riesce...Per tutto il film si ha un senso d'incompiutezza, di una ricerca di rendere qualcosa senza riuscirci compiutamente...sopratutto la prima parte è leziosa, a volte logorroica(nel senso del linguaggio cinematografico, non dei dialoghi.)Troppo didascalico e con scelte registiche di maniera. Alla fine però molto torna. Si tirano le fila e si capisce che lo script non è male e lo spettatore attento vede ciò che il regista voleva farci vedere. L'opera acquista la terza dimensione, grazie ad un sapiente montaggio e allo sguardo voyeuristico e senza giudizio rispetto agli eventi.In conclusione, a parte delle pecche registiche, non è un opera insignificante, anche se non compiutamente riuscita.
L'idea di questo film e' buona: il mondo sotterraneo del laboratorio sotterraneo del gran sasso, per studiare i neutrini, le particelle piu' sfuggenti che esistano, e il mondo "sopra", fatto di istinti e passioni primordiali ma anche di umana solidarieta'. purtroppo la regia di questo film e' terribilmente fiacca, specialmente nella prima parte, e la sceneggiatura mediocre.
osservazione: possibile che nei film italiani "seri" gli attori recitino tutti allo stesso modo, con un'espressione irrimediabilmente depressa stampata sulla faccia?