Un capolavoro bell'e buono. Semplice.
Perfetto favoloso unico inimmaginabile. Non pensavo potesse esser tanto bello! Lo consiglio a chi sa apprezzare il genere... Merita 9 come minimo
Premetto che i tenembaum mi è piaciuto di più.
non di meno l'ho trovato altrettanto visivamente attraente, più "commedia" dei tenembaum, che è senz'altro più colto , più raffinato, ma vuoi mettere le canzoni di david bowie in stile bossa nova oppure la nave di zissou in sezione oppure i granchi caramellati e i pesci psichedelici?
forse però rispetto ai " tenenbaum " ha più ritmo, è più fruibile per un pubblico più ampio ma sempre molto originale.
una godibilissima commedia dolce-amara, girata bene e recitata ottimamente.
bisognerebbe fare incontrare wes andersn e niccolò ammaniti, che anche ammaniti ha questo gusto di accostare senza timori reverenziali un linguaggio pop e situazioni comico - grottesche a situazioni molto tristi e tematiche profonde.
forse chi s'aspettava un secondo " tenenbaum " è restato deluso, ma sbagliando, che un regista deve trasformarsi, senza perdere la propria originalità, e direi che wes anderson le sue peculiarità non le ha perse affatto.
insomma, guardatelo , sempre con l'avvertenza che non è un film d'autore e nemmeno una commedia demenziale, ma uno strano impasto tra le due cose ( che - detto per inciso - a me diverte un mondo )
La storia raccontata dal film esce da un mondo fatto di magia, c'è incantesimo, un modo diverso di fare cinema perchè ci sono molti film realistici attualmente, privi di creatività, mentre questo ha la capacità di trasportare lo spettatore fuori dalla realtà, secondo me è un'idea coraggiosa; ho tanta ammirazione per W. Andersen che crea i suoi personaggi e delle ambientazioni originali senza lasciarsi influenzare dalla corrente più convenzionale e stagnante di fare cinema, come ci aveva già dimostrato coi suoi precedenti film. Ho trovato molto graziosa l'opinione di Luca di Arezzo il quale ha saputo cogliere pienamente la delicatezza e la poesia del messaggio del film e dove suggerisce sia di fermarsi a riflettere che per sognare...
L'avventura acquatica che Wes Anderson magistralmente ci invita a vivere si districa in vari momenti scenografici che compenetrano perfettamente lo spirito essenziale del lungometraggio.
Supportato da un cast semplicemente straordinario, il regista spolvera le molte avventure che hanno segnato la storia dei mari, includendo le più scenografiche ed esaltati vicende.
La storia narra il desiderio di un documentarista ( steve [Murray] Zissou )che spinto dall'assasinio di un suo caro amico, per opera di uno "squalo giaguaro", organizza una spedizione a dir poco punitiva proprio per sopprimere la bestia assassina. La narrazzione, sempre firmata Anderson, si snoda su accordi eterogenei conservando il gusto del classico e del semplice ma a tratti complesso nella sua semplicità stessa. Il film che inizialmente si propone d'essere una commediola semplice e divertente, dopo i primi minuti si trasforma in un saggio sull'esistenza in cui i vari momenti sono soltanto concetti dell'espressione essenziale di Zissou. La scena finale, quella spendida epifania marina, che per Zissou significherà moltissimo, forse non è altro che un segno ineffabile di questa aurora luminosa ma misteriosa che aleggia sul documentarista malinconico. Un viaggio melanconico che anela e percorre le vie esistenziali di un uomo inebriato e stanco dalla quotidianità, che cerca, con il pretesto del viaggio-documentario, un palliativo, forse un placebo o meglio una certezza alla complessità dell'esistenza.